La Legge di Stabilità è nata all’insegna della riduzione delle tasse, almeno a sentire le dichiarazioni di entusiasmo (del Premier e del suo Governo) che ne hanno accompagnato la stesura ed il suo iter parlamentare. A dire il vero, qualcosa in questa direzione è stata fatta, non lo si può negare. Canone Rai sceso a 100 euro con pagamento dilazionato, abolizione della Tasi per le prime case e dell’IMU agricola o per gli imbullonati sono provvedimenti ormai effettivi che di fatto riducono l’oppressione fiscale per alcuni soggetti. Sempre per quanto riguarda i balzelli sulle proprietà immobiliari, un'altra misura importante è la riduzione del 50% dell’IMU sulle case concesse in comodato ai figli.
Su questo, però, non tutto sta filando per il verso giusto e le polemiche sono copiose.
Riduzione dell’IMU sulle seconde case concesse ai figli gratuitamente
La Stabilità ha eliminato la Tasi sulle prime case, dove i cittadini hanno residenza insieme al proprio nucleo familiare, ad esclusione delle case considerate di lusso. Sulle seconde case, però, grava ancora l’IMU, l’altro balzello tanto odiato. Il provvedimento in questione prevede che un soggetto che abbia due case nello stesso comune dove risiede, non pagherà la Tasi sulla prima, ma avrà uno sconto anche per l’IMU dovuta sulla seconda casa, qualora la ceda, in comodato d’uso gratuito, ad un proprio figlio. Lo sconto concesso sarà pari al 50%, o meglio, sarà abbattuta della metà la base imponibile su cui calcolare l’imposta, cioè la rendita catastale.
Fin qui tutto regolare, il provvedimento sicuramente è allettante sia per chi già si trova in queste condizioni, cioè coloro che hanno già ceduto casa ai figli, ma anche per coloro che ne intravedono un ottimo veicolo di risparmio fiscale. I problemi però sono sugli adempimenti da effettuare perché la riduzione possa avvenire, che sembrano più rigidi di quanto si potesse immaginare.
Registrazione del contratto e scadenza, ecco i problemi maggiori
I requisiti strutturali necessari, cioè che il figlio non deve avere altri immobili intestati e che la seconda casa deve essere collocata geograficamente nello stesso comune della prima, sono già un primo ostacolo da superare. Per gli adempimenti invece, bisogna sapere che per ottenere questo bonus, il contratto deve essere necessariamente registrato.
In soldoni, necessari 200 euro come imposta di registro da versare con F23 ed una marca da bollo da 16 euro per ogni copia dell’atto. Bisogna quindi recarsi in una sede qualsiasi dell’Agenzia e compilare il modello 69 corredato dalle copie dei documenti di riconoscimento delle due parti in causa del contratto. Un problema di non poco conto deriva dall’interpretazione delle norme relative proprio al contratto da registrare ad all’IMU da pagare. Infatti, la Legge di Stabilità è in vigore dal 1° gennaio, la prima rata dell’IMU è semestrale, da pagare a giugno e l’Agenzia delle Entrate prevede che la registrazione deve avvenire entro 20 giorni dall’atto. Il significato di tutto questo è che per poter ottenere lo sconto fin dalla prima rata, sarà necessario completare tutti gli adempimenti entro il 20 gennaio 2016, cioè ancora pochi giorni a meno che non ci siano nuove disposizioni che a dire il vero sarebbero auspicabili per chiarire la situazione.