Per i giudici del Consiglio di Stato il decreto sul canone Rai presenta più di una criticità con il risultato di un nuovo rallentamento nel debutto del canone Rai previsto fra meno di 2 mesi. Il Consiglio di Stato ha dunque bocciato la possibilità di inserire il canone Rai in bolletta Enel, non rilasciando il parere obbligatorio. Lo stesso era infatti necessario per l’approvazione definitiva del decreto attuativo della riforma del canone Rai e la conseguente pubblicazione in Gazzetta Ufficiale da parte del MISE (Ministero dello sviluppo economico).
Ulteriori difficoltà quindi per il Governo Renzi, il cui decreto che si attendeva già dal 14 febbraio avrebbe dovuto dare il via a tutti gli adempimenti collegati fra comuni, ministeri, società private per arrivare all’1°luglio all’addebito automatico del canone in bolletta. Con la conseguenza che rischia quindi di allontanarsi la data in cui tutti gli italiani che hanno una TV ricevano le prime rate nella bolletta elettrica. Ricordiamo infatti che è stato già posticipato il termine per l’invio dell’autocertificazione, dal 30 aprile e dal 10 maggio al 15 maggio sia per chi sceglie l’invio tramite raccomandata sia per chi sceglie le modalità telematiche.
Il perché della bocciatura da parte del consiglio di Stato
I giudici amministrativi, in primo luogo, hanno quindi richiesto una documentazione supplementare per poter finalmente rilasciare il parere. Poi il Consiglio di Stato ha fatto presente che il decreto ministeriale non dà una definizione esatta ed esaustiva "di cosa si debba intendere per apparecchio televisivo".
Una definizione poco chiara dunque anche per via della questione sui tablet e sui pc che sembra essersi risolta in favore dell’esenzione. La poco comprensibilità che in breve però accompagna tutto il testo del decreto implica quindi una riscrittura dello stesso specialmente riguardo la parte sulle categorie di persone che sono esentate dal pagamento del canone e sulle modalità per richiedere tale esenzione. Quello che è certo è che comunque ad essere tassata è la presenza di un sintonizzatore capace di captare le onde radio e video e quindi né l’apparecchio della TV in sé né la ricezione delle reti RAI. Quindi si è soggetti al canone Rai anche se la televisione viene utilizzata solo per vedere dvd o come schermo del PC.
La bocciatura del Consiglio di Stato però non si limita a questo perché anche sulla questione delle modalità di riscossione del canone tv si sono evidenziati dei seri problemi di privacy, tenuto conto dei molti dati che saranno scambiati tra gli enti coinvolti e sull’assenza di una campagna di informazione per gli utenti. L’ultima criticità attiene al fatto che il decreto omette di specificare se il canone debba versarsi una sola volta indipendentemente dal numero di TV possedute nella diverse case che sia hanno. Un altro punto di cui non si è accennato nulla nel decreto è stato quello sul trattamento da riservare a coloro che hanno un tablet o uno smartphone che intercettano il segnale televisivo.
La reazione del Governo e delle associazioni dei consumatori
Il Governo tramite il Ministro dello Sviluppo Economico ha precisato che la bocciatura è un "utile suggerimento" per fare meglio e di più. Immediata è stata invece la reazione delle associazioni dei consumatori e del Codacons che hanno presagito che gli effetti della bocciatura del Consiglio di Stato saranno quelli di non inserire il canone in bolletta, fino a quando non saranno superate le pesanti criticità rilevate. Per ora quindi il Governo avrò il compito di apportare tutte le correzioni richieste dai giudici amministrativi, anche perché c’è ancora molto caos e il tempo passa in fretta. Per altri aggiornamenti su questo argomento potete premere il bottone Segui in alto accanto al nome.