La notizia ha fatto il giro del Web e ne ha parlato addirittura il noto quotidiano economico finanziario “Il Sole24Ore”. Si tratta della possibile stretta per l’evasione del Bollo Auto che tre regioni italiane, Lazio, Lombardia e Puglia stanno per far partire. Per chi ha evaso il bollo auto da tre anni, il rischio concreto e che vengano a bussare alla porta di casa, le Forze di polizia, con il cacciavite in mano a ritirare le targhe ed il libretto di circolazione del veicolo. La notizia è allarmante per molti contribuenti che per volontà o necessità sono in ritardo col pagamento di una delle tasse più odiate.

Ma perché solo poche Regioni ci provano e soprattutto perché essendo una norma vecchia, se ne parla solo adesso?

Il Codice è chiaro

Come dicevamo, è una vecchia norma del Codice della Strada, prevista dall’articolo 96, che consente alle Regioni di passare alle maniere forti contro gli evasori prolungati del bollo auto. L’articolo recita testualmente che l’ACI, accertati i 3 anni di ritardo nel pagamento del bollo, notifica al proprietario del veicolo la richiesta dei motivi dell’inadempimento. La mancata risposta o una risposta evasiva che confermi il mancato pagamento, consente all’ACI di passare alla fase successiva decorsi 30 giorni. L’ACI chiederà alla Direzione della Motorizzazione, la cancellazione del veicolo dal Pubblico Registro Automobilistico che avverrà utilizzando gli organi di Polizia con le modalità che sono stabilite da un decreto interministeriale di Finanze e Trasporti.

Multe tra 416 euro e 1682 euro per chi è colto a circolare con una automobile radiata dal PRA, nonché confisca fisica del veicolo. Questo l’articolo che Lazio, Lombardia e Puglia stanno attivando e che presto darà luogo alle azioni materiali da parte delle Forze dell’Ordine.

Come difendersi

La norma è chiara ma non solo per quanto concerne l’argomento radiazione nel senso stretto del termine.

Infatti è altrettanto chiaro che la procedura prevista dall’articolo deve essere regolamentata da un decreto del Ministero delle Finanze, in solido con quello dei Trasporti e della Navigazione. L’articolo è stato inserito nel Codice della Strada da 15 anni e da allora un decreto come quello richiamato dall’articolo stesso, non è mai stato emanato.

In definitiva, la norma prevista non è mai stata applicata e l’iniziativa delle 3 regioni sarebbe una novità assoluta o quasi. Proprio la mancanza del decreto consente ai debitori del bollo di evitare la radiazione del veicolo presentando ricorso al Giudice di Pace competente o al Ministero dei Trasporti. Una volta avuta la comunicazione dall’ACI che minaccia la imminente radiazione, i contribuenti potranno evitare l’azione forzosa grazie a questa scappatoia, salvo poi mettere a posto la situazione pagando il dovuto. Infatti, il ricorso serve per bloccare la radiazione immediata del veicolo, ma i bolli devono essere comunque pagati. Il bollo è una tassa a tutti gli effetti ed il mancato pagamento è sempre un'evasione fiscale.

Questo è probabilmente il motivo per il quale le altre Regioni non si accodano alle tre sopracitate per fare cassa a spese dei contribuenti. L’ipotesi che presto venga emanato il decreto mancante è di difficile realizzazione perché la norma è dei tempi in cui il bollo auto era gestito totalmente dallo Stato. Oggi l’autonomia decisionale è delle Regioni, nonostante il bollo finisca materialmente nelle casse Statali e pertanto, i Ministeri non sarebbero più competenti in materia, cioè oggi hanno le mani legate circa il decreto da emanare.