Sta per partire la nuova stagione reddituale con il 730/2017 già predisposto dall’Agenzia delle Entrate e già consultabile nella sua versione definitiva con tutte le relative istruzioni. Per molti contribuenti però, resta appeso ancora qualcosa del 730 presentato lo scorso anno. Infatti, molti contribuenti non hanno ancora ricevuto i rimborsi spettanti dalla vecchia dichiarazione. Si tratta nella maggior parte dei casi di quei soggetti che hanno presentato il 730 senza indicare il sostituto di imposta, chiedendo i conguagli direttamente al Fisco.
730 senza sostituto
Il sostituto di imposta è il datore di lavoro o erogatore delle prestazioni pensionistiche al quale il lavoratore chiede di effettuare in busta paga (o cedolino di pensione) i conguagli relativi a crediti e debiti delle imposte sui redditi. In linea generale, il sostituto provvede a saldare i crediti ed a prelevare i debiti con i pagamenti del mese di luglio o agosto. Anche per la nuova stagione, che ricordiamo, partirà ad aprile, i contribuenti potranno optare per un 730 senza sostituto, cioè barrando la casellina appositamente creata e non riportando nessuno dei propri datori di lavoro come soggetto autorizzato ad effettuare i conguagli. La possibilità è utilizzata da coloro che si trovano a non essere sicuri di risultare sotto contratto di lavoro nei mesi in cui vengono effettuati i conguagli in busta paga e da quelli che hanno problemi con i propri datori di lavoro che stentano ad erogare i conguagli Irpef.
In questo caso quindi, i rimborsi da 730 non vengono percepiti nei canonici mesi prima citati, ma in genere, vengono posticipati alla fine dell’anno e pagati direttamente dall’Agenzia delle Entrate.
Attesa finita?
Come dicevamo, entro dicembre l’Agenzia eroga i rimborsi tramite accredito in conto corrente, bonifico domiciliato alle Poste (importi inferiori a 1.000 euro) o vaglia non trasferibile della Banca d’Italia.
Dalle segnalazioni di Caf e professionisti però emerge che molti contribuenti non hanno ancora ricevuto le spettanze. I ritardi, come ha spiegato direttamente l’Agenzia delle Entrate, sono relativi a diverse fattispecie di situazioni legate alla dichiarazioni dei contribuenti. Un primo problema è quello dei 730 integrativi, cioè di quelle dichiarazioni inviate dopo la principale a correzione di errori venuti alla luce dopo la presentazione.
In questo caso, sono necessari controlli ulteriori da parte del Fisco che evidentemente allontanano l’erogazione dei conguagli. Proprio il meccanismo dei controlli poi è un altro fattore che può determinare un ritardato rimborso. I controlli automatizzati, velocizzano le operazioni, ma per i casi di accertate anomalie gravi, i controlli del Fisco diventano documentali, con richieste cartacee che naturalmente allungano i termini. Come dicevamo prima, i vari metodi di pagamento dei rimborsi Irpef sono determinanti anche per i tempi di erogazione degli stessi. Il contribuente che presenta all’Agenzia delle Entrate il modello di comunicazione del codice Iban del proprio conto corrente su cui richiedere l’accredito subito dopo aver ricevuto il 730 dal proprio Caf, riceve i rimborsi entro dicembre.
Per quelli che non utilizzano il proprio conto e che attendono il vaglia o il bonifico domiciliato presso Poste Italiane, i rimborsi arrivano in ritardo. L’Agenzia comunque conferma come per fine febbraio si conta di chiudere definitivamente la stagione dei rimborsi del 730/2016, relativamente alle dichiarazioni che non presentano anomali ancora in via di definizione e che attendono ancora di essere sanate.