La legge di bilancio ha in programma diversi argomenti. Fra di essi, quelli di cui si è discusso maggiormente sono flat tax, reddito di cittadinanza e pace fiscale. Ma nella manovra su parla anche del canone Rai, una tassa che non ha mai incontrato il favore della popolazione, eppure persistente già da parecchie generazioni. Sfortunatamente nessuno dei politici attuali sembra esserne interessato sul serio, dato che non c'è nulla in merito nei programmi di Governo, dunque tanto meno ci si dovrebbe aspettare un'abolizione o una riduzione.
L'ipotetica abolizione del canone è solo uno strumento di propaganda
Nella legge di bilancio 2019, fra i tanti provvedimenti del nuovo Governo M5S-Lega, si può trovare anche il canone Rai. L'imposta, inclusa dal 2016 nelle classiche bollette per la fornitura di energia elettrica, sembra però non essere fra le priorità dell'esecutivo. Ma non è tutto: sembra anche che le probabilità di vederla abolita o perlomeno ridotta rispetto al sostanzioso importo (si parla di 90 euro annui) siano scarse o nulle. Le voci che ipotizzano queste possibilità spesso sono soltanto strumentalizzate per fare propaganda Politica e non per cancellare davvero questa tassa.
Perciò il posto che occupa nella nuova legge di bilancio funge soltanto da conferma di ciò che è stato deciso nel 2016, ovvero di perpetrarla negli anni successivi a quello corrente, seppure con le relative esenzioni.
Le direttive sul canone Rai rimangono in sostanza le stesse del 2016
Inizialmente una tassa a sé stante, il canone Rai è stato inserito nella bolletta per la fornitura di energia elettrica fin dal luglio 2016.
Questa disposizione è stata presa per l'alta evasione che si riscontrava fra i cittadini, che spesso non pagavano effettivamente la somma dovuta. Perciò, gli utenti sono tenuti a pagare questa imposta insieme all'energia elettrica con un importo rateizzato in dieci mesi per arrivare poi alla somma complessiva di 90 euro all'anno.
Soltanto chi non dispone di un apparecchio televisivo (ovvero chi non usufruisce del servizio) è esente da questa tassa, ma dovrà comunque farlo presente presso l'ufficio dell'Agenzia delle Entrate tramite una dichiarazione fatta sul posto oppure tramite raccomandata. Possono richiedere l'esenzione anche gli anziani che superano i 75 anni di età e che non superino gli 8.000 annui, militari con cittadinanza non italiana e funzionari consolari.