L'aumento dell'Iva non può dirsi scongiurato. Anzi, data la difficile congiuntura economica, il ministro dell'Economia Giovanni Tria si è affrettato a puntualizzare, come mette in evidenza il quotidiano economico "Il Sole24ore", che il Governo sta lavorando alacremente per trovare una soluzione equilibrata e di compromesso. Ma, a quanto risulta al quotidiano della Confindustria, i tecnici del Ministero dell'Economia e delle Finanze ma anche quelli dell'Agenzia delle Entrate, starebbero lavorando su un'ipotesi di rimodulazione dei beni tra le diverse aliquote.

In pratica un aumento selettivo e mirato e non generalizzato dell'Iva. D'altra parte, per poter passare dalla teoria alla pratica occorre valutare attentamente anche il gettito potenziale derivante da queste modifiche. D'altra parte questa sarebbe l'unica via percorribile, secondo Tria, per poter varare senza patemi la Flat tax tanto cara alla Lega di Matteo Salvini.

La posizione del ministro dell'Economia

In concreto la proposta di aumento selettivo dell'Iva deriverebbe dalla filosofia fiscale comunitaria di cui anche Giovanni Tria è un convinto sostenitore. L'obiettivo di questa nuova prospettiva è quello di passare dal prelievo sulle persone a quello sulle cose. Questo consentirebbe di far pesare il carico fiscale soprattutto su quei settori che sono meno penalizzanti dal punto di vista della crescita economica.

Di fatto, come fa notare sempre "Il Sole24ore" si tratterebbe di una sorta di svalutazione interna. L'Iva, quindi, verrebbe aumentata esclusivamente sui beni d'importazione, principalmente quelli di consumo. Favorendo, per questa via, la produzione interna e italiana e le esportazioni.

La Flat tax e il problema del gettito

Ovviamente, da un punto di vista squisitamente teorico, è assolutamente fattibile spostare dei beni da un aliquota Iva all'altra.

Attualmente, nel nostro sistema fiscale vigono tre aliquote. Una al 22%, una al 10% e una al 4%. Ma l'aumento selettivo è, come abbiamo detto, legato all'introduzione della Flat tax. Per poter attuare questa riforma fiscale servono circa 23 miliardi di euro. E anche se l'ultima parola verrà detta dalla Legge di Bilancio 2020, è difficile che possa essere finanziata in deficit come avvenuto negli anni precedenti con la sterilizzazione delle clausole di salvaguardia. Per di più, in base a diverse simulazioni lo spostamento di beni da un'aliquota all'altra potrebbe portare un maggior gettito di circa 700 milioni. Troppo distante dai 23 miliardi che servono effettivamente. Ecco perché è necessario fare attenzione e procedere con cautela. Anche perché l'aumento dell'Iva anche se solo per alcuni beni si ripercuoterebbe inevitabilmente sulla spesa delle famiglie italiane. D'altra parte, come suggerito anche dai due Vicepremier Luigi Di Maio e Matteo Salvini, l'aumento Iva potrebbe essere scongiurato definitivamente rivedendo attentamente la selva di agevolazioni fiscali che ancora affollano il nostro ordinamento tributario. Il giusto mix fra questi due fattori potrebbe rappresentare la giusta soluzione per varare la riforma fiscale e la Flat tax in particolare.