Dal primo gennaio 2020 entra in azione la nuova versione del modello Isee, con una miriade di dati già pre inseriti nella DSU. La Dichiarazione sostitutiva unica, documento propedeutico al rilascio dell'attestazione Isee da parte dell'Inps, sarà già presente sul sito dell'Inps a nome del soggetto dichiarante. Tra i tanti dati pre inseriti, anche i conti correnti e gli altri titoli di deposito e risparmio in banca. Questa probabilmente sarà la grande novità della nuova versione di quella certificazione che milioni di famiglie utilizzano per l'accesso alle più svariate prestazioni assistenziali, dall'esenzione del ticket, alla mensa scolastica dei figli, dagli sconti sulle bollette delle utenze domestiche, al reddito di cittadinanza.

Con la creazione dell'Anagrafe dei conti correnti, nulla potrà più essere nascosto al Fisco e pertanto, nulla potrà essere non dichiarato nella DSU. Per quanti in questi anni hanno adottato pratiche furbesche, nascondendo qualcosa che avevano negli istituti di credito, adesso la pacchia è finita.

Molte le dichiarazioni mendaci sui conti correnti

Per avere l’indicatore della situazione economica della famiglia (Isee), occorrerà anche nel 2020 presentare la dichiarazione sostitutiva unica. La DSU è una dichiarazione resa dai richiedenti l'Isee, in auto-dichiarazione. Da gennaio saranno di meno i dati che il contribuente dovrà andare a dichiarare da solo, assumendosi le responsabilità per dichiarazioni mendaci o fraudolente.

Infatti come accennato in premessa, molti dati saranno presenti già nella DSU presente sul sito dell'Inps. Sui conti correnti questa sarà una rivoluzione epocale, perché stando ai dati Inps, incrociati con quelli dell'Associazione Bancaria Italiana (Abi), nel 2016 il 70% di chi ha richiesto l'Isee, ha dichiarato di non avere conti correnti, mentre per l'Abi l'80% degli italiani ne era in possesso.

Dati in contrasto tra loro che evidentemente fanno emergere il fatto che molti italiani dichiaravano il falso.

Un freno alle dichiarazioni false

Da gennaio queste pratiche non potranno più essere messe in atto dai cosiddetti furbetti dell'Isee. La nuova versione precompilata fermerà queste azioni perché i dati bancari saranno inseriti in maniera preventiva sulla Dsu.

In pratica, non sarà più il richiedente ad inserire sulla Dsu i dati relativi ai conti correnti che lui ed i suoi familiari avevano nei vari istituti di credito italiani. La veridicità dei dati pre inseriti sarà certosina, poichè saranno numeri estrapolati dall'Archivio dei rapporti finanziari e dalla Anagrafe Tributaria. Nella dichiarazione sostitutiva unica precompilata quindi, ci saranno tutti i dati su saldi e giacenze medie di conti e depositi del nucleo familiare, sia in banca che presso Poste Italiane. Il nuovo sistema ribalta il meccanismo di compilazione delle dichiarazioni, perchè si passa da dati auto dichiarati e poi controllati dall'Inps, a dati pre inseriti dall'Istituto e trovati grazie all'incrocio delle banche dati ed alla collaborazione con l'Agenzia delle Entrate.

Stando ai primi dati, dal 67% di Dsu che presentavano patrimonio mobiliare nullo, cioè che non presentavano titoli di risparmio, libretti, conti correnti e simili, si è già scesi al 15%.

Italiani più ricchi di quel che si pensava

Oltre che la completa assenza di risparmi e soldi detenuti in banca, in passato era divenuta prassi, inserire meno conti correnti o altri titoli di quelli realmente detenuti. Gli italiani davvero nullatenenti sono scesi adesso al 4,3%. Sempre in base ai numeri dell'Anagrafe dei conti correnti, anche la medi dei risparmi in banca è in crescita. Per esempio, in un solo triennio, cioè dal 2014 al 2017, si è passati da una media di circa 6.800 euro ad una di 18.600. In pratica, italiani più ricchi di circa 12.000 euro a famiglia come media.