Lo storico marchio di VideogiochiAtari, leader del mercato anni '70 con giochi come Asteroids oPong, azienda che può annoverare tra i suoi ex dipendenti gente delcalibro di Steve Jobs, ha dichiarato fallimento. E' stato,infatti, richiesto il "chapter 11" ossia l'amministrazionecontrollata presso il Tribunale di New York.
La Atari vide il massimo sviluppo tragli anni '70 e '80 lanciando prodotti rivoluzionari e toccandocifre da capogiro; la console del marchio, la Atari 2600,venne venduta in oltre 30 milioni di esemplari. Verso l'iniziodegli anni '90 il lento decadimento, dovuto in parte all'ingressosul mercato di colossi come Sony e Sega che con console come laPlayStation o il Sega Master System hanno sbaragliato la concorrenza,ed in parte ad alcuni investimenti che con il tempo non hanno resoquanto ci si aspettava.
Nonostante i tentativi di ripresa delmarchio, quotato in Borsa a Parigi, non si sono registratimiglioramenti; il titolo è in costante calo e non sembranoesserci all'orizzonte investitori pronti a scommettere sul rilanciodell'azienda. A nulla sono servite le app per smartphone o lariproduzione dei classici avvenuta negli ultimi anni.
L'ultimo utile fatto registraredalla Atari risale al 1999. Sono quasi 15 anni che il marchio èin perdita, anche ieri è stato sospeso per eccesso di ribasso.Sembrerebbe che sia proprio la casa madre parigina (già InfogramesEntertainment), già fortemente indebitata, ad aver subito di più inegativi effetti del mercato, per questo la divisione statunitense hachiesto di poter accedere alla procedura fallimentare, conl'obiettivo di separarsi definitivamente dalla holding europea ecercare di invertire la rotta, che ha portato l'intera aziendasull'orlo del precipizio finanziario.