Avete in mente come è fatto uniceberg? Per la maggioranza solo il 30% del loro volume è visibilefuori dall'acqua, mentre la restante parte è sommersa e quindi nonvisibile ad occhio nudo.

Questo esempio ben illustra lagrandezza del Web. Il Web così come lo conosciamo noi, così come celo presentano i motori di ricerca è solo una parte di tutto ciò chein realtà si trova in rete; in effetti, proprio come un iceberg,esiste una parte del Web sommerso e non visibile ai nostri occhi.Questa parte sommersa prende il nome di Deep Web.

Che cos'è? Una delle tante traduzioniin italiano della parola inglese “deep” è “profondo, sommerso”e questa ben si addice alla parte nascosta del Web, proprio perché leinformazioni in essa contenute sono più profonde rispetto a quellepiù comuni, sono sommerse.

Nel Deep Web esistono film, documentiriservati, software e immagini per i quali è impedito l'accessodei motori di ricerca.

Fin qui non c'è nulla di male, perché?Facciamo un piccolo esempio. Come ci rimarreste se una persona a voidel tutto sconosciuta dall'altro capo del mondo iniziasse a fare unaricerca in rete e ad un certo punto il motore di ricerca da luiutilizzato tirasse fuori, tra le tante cose, anche una vostra mailspedita giorni prima ad un amico? Sicuramente ci rimarreste moltomale, specialmente se in questa vostra mail ci sono delle vostreconfidenze.

Se il Web fosse totalmente accessibile a tutti quelleche giorni prima erano delle confidenze dopo tale ricercasarebbero di dominio pubblico.

Estendendo questo piccolo esempio, lastessa cosa potrebbe capitare a conversazioni private, cronologie,pagine di chat, comunicazioni interne aziendali o dati di caratterescientifico ma ancora riservate.

Ecco perché non c'è da gridareallo scandalo nel momento in cui scopriamo l'esistenza del Deep Web,è un bene che queste informazioni si trovino lì perché essendosommerse non è semplice portarle alla luce. La rivista Win Magazineedizione febbraio 2013, commentando l'esistenza del Deep Web, afferma“E' semplicemente logico che alcune pagine non debbano essereindicizzate. Sono private!”.

Al riguardo ci sono due aspetti suiquali bisogna soffermarsi. Primo, ciò che èdifficile da portare alla luce non è detto che sia impossibile.

Incommercio è possibile reperire software, anche abbastanza semplicida usare e alcuni anche gratis con riviste del settore, che con alcuni accorgimenti consentono l'accesso a questeinformazioni riservate non solo agli esperti ma anche a chi non ha molta dimestichezza con la rete. Secondo, così come nel Webtradizionale ci sono i buoni e i cattivi, anche nel Deep Web ci sono.

Diversi internauti definiti “cattivi” e ci riferiamo solo aquesti, sfruttano questa possibilità offerta loro dal Deep Web ecostruiscono i loro siti proprio con l'obiettivo di non essereindicizzati dai motori di ricerca, per non essere subito scovati.Appare ovvio il motivo, portare avanti traffici poco leciti; allafine vengono scoperti e smascherati come conseguenza dellaprima riflessione.

Ma chi accede alla rete per lavoro, studio o semplicemente per comunicaresenza avere grosse pretese a cosa dovrebbe stare attento vista lapossibilità di poter accedere al Deep Web? Non c'è motivo dipreoccuparsi più di tanto, basta ricordarsi però che a volte nonbasta aver mandato un documento nel cestino. Qualcuno potrebbe ancheriprenderlo.