Più monta il caso Data Gate, epiù si rendono urgenti le misure di controllo per prevenire qualsiasiforma di violazione della privacy dei file coperti dasegreto di Stato. L'ultima rivelazione in ordine di tempo sul casoSnowden, arriva da un quotidiano olandese, il NrcHandelsbland, secondo il quale 50mila reti informatiche del mondosarebbero state danneggiate da software appositamentefabbricati per 'catturare' dati sensibili appartenenti al flussotelematico e a persone sopratutto dell'area mediorientale, dellaRussia e della Cina. Cosa fare dunque?





Come è noto,tutti i governi e le cancellerie del mondo si stanno adoperando permettere in sicurezza i propri archivi telematici, ma è giustochiedersi se un eccesso del controllo possa ora deturpare ecompromettere lo spirito democratico con il quale, e per il quale,internet è nato, che, nonostante tutte le profonde contraddizioni elimiti che vi si riscontrano, ha comunque il merito di aver resouniversale lo scambio delle informazioni e l'accesso alle fonti. E'la tesi, e la paura, sostenuta a gran voce daTim Berners Lee,l'ideologo del World Wide Web,conosciuto a tutti con il famosissimo acronimo di 'WWW', per il qualefu premiato nel 2004 con il premioMillenium Technology ed insignito dallaregina d'Inghilterra del titolo di 'cavaliere'.





Il 22 novembre, in occasione della pubblicazione dei dati cheannualmente la sua fondazione, la WorldWide Web Foundation, rivela allastampa, Bernes Lee ha infatti così commentato: "Unodei risultati più incoraggianti di quest'anno per il Web Index èvedere come il Web e i socialnetwork svolgano sempre più per lepersone uno stimolo ad organizzare, agire e cercare di denunciare gliilleciti in ogni regione del mondo.

Ma alcuni governi si sentonominacciati da questo, e una marea sempre più crescente disorveglianza e di censura ora minaccia il futuro della democrazia”.



Seè vero infatti che è ora assolutamente indispensabile che i governiarrivino a politiche capaci di tutelare la privacy dei documenti diStato èaltrettanto vero, precisa Tim Bernes Lee, che questo non puòavvenire a discapito dell'utenza e dello spirito democratico e dilibertà che per sua natura caratterizza 'internet'.





L'avvertimentodi Berners Lee è quindi, data l'evoluzione del caso Snowden che starivelando al mondo la fragilità, se non l'inesistenza, del rispettodel segreto dei documenti di Stato, così come della privacy diognuno di noi, possa crescere ora uno spirito 'reazionario' da partedi molti governi, che in nome della privacy, arrivi a negareall'utenza l'accesso ad informazioni che per 'diritto' gli dovrebberospettare. E' un timore, quello del fondatore del WWW, confermatodallo stesso rapporto di venerdì 22 novembre che dimostra, infatti,non solo che l'attività di spionaggio nel mondo è in rapidaespansione e che la sicurezza degli utenti della rete, sopratutto diquella americana ed inglese, è in pratica 'un'illusione', mariferisce che anche l'attività di censura sta crescendo, una realtàper la quale nonsi riscontra differenza alcuna tra i paesi del mondo, né perposizione geografica, né per ricchezza.





Documenta il rapporto chemolti degli 81 paesi esaminati dalla fondazione di Bernes Lee nonhanno infatti utilizzato il Web per diffondere con adeguatezza leinformazioni necessarie per la salute e l'istruzione, e che lamaggior parte dei governi nasconde ai propri utenti dati importanti (informazioni sulle proprietà, sugli emolumenti, sulleassunzioni pubbliche, sulla natura procedurale dei concorsi).



Una controversia quella tra rispetto dellaprivacy e libertà di accesso alla informazioni dal precarioequilibrio e dalla difficile soluzione.