Come spiegato alla stampa Adrian Agogino, ricercatoredell'Intelligent Systems Division presso il NASA Ames Reserch Center: "Questirobot potrebbero riunire in una sola apparecchiatura i sistemi di atterraggio edi esplorazione di un pianeta e"traterrestre".
E continua: "a prima vista può sembrare un gomitolo di travie di cavi aggrovigliati, ma la realtà è che la struttura così confusa è pensataper assorbire l'impatto con il suolo e per dispendere l'energia generata inmodo da non riportare danni, semplicemente rimbalzando come fosse una palla".
Il robot assume una stesura flessibile e combatta, formatada elementi e materiali elastici, in grado di allungarsi e comprimersi,permettendo a SBB di atterrare in tutta sicurezza sul pianeta da esplorare,senza bisogno di paracaduti o di sistemi di atterraggi complessi.
Alla base di questo principio c'è la teoria dell'integritàtensionale, o tensegrity in inglese. Questo approccio prevede la possibilità diprogettare automi costituiti interamente da aste e cavi, in modo tale di darvita a strutture che non possiedono nessuna connessione rigida, garantendorobustezza e leggerezza.
Un mix vincente dunque, che permettono al robot di muoversiin completa autonomia una volta atterrati sul pianeta, rotolando semplicementesu se stessi, in maniera tale di potersi adattare a qualsiasi tipo di terreno.Che sia buffo o meno, questa tecnologia si basa su enormi complessi algoritmicidi intelligence artificiale che generano una messa in moto oscillante.