I tecnici ed operatori wind non l'hanno presa come scusa, anche se Wind Italia ha parlato di "eccezionale anomalia". Nessuno comunque alla Wind, almeno per ora, si è sognato di accostare il crollo di internet e telefonia del 13 giugno alla tempesta solare che avrebbe colpito di striscio la Terra.


Le prime analisi avevano escluso che la tempesta solare generata da un triplo flare di notevoli dimensioni si stesse dirigendo verso il nostro pianeta, ma poi, ulteriori osservazioni hanno smentito questa ottimistica previsione e, nella mattinata di venerdì 13 giugno, l'onda d'urto ha colpito, almeno in parte, il campo magnetico terrestre: resta da capire con certezza se è questa la causa che ha mandato in tilt i satelliti per la telefonia mobile ed internet nonché i sistemi Gps.


I clienti Wind, nello specifico, hanno provato sulla loro pelle che gli effetti di una caduta generalizzata delle telecomunicazioni può accadere senza preavviso alcuno ed al là dell'ironia diffusasi a problema risolto, ironia che giocava molto sul pacchetto di offerte di Wind (tutto incluso, ritorno al Medioevo compreso), sembra che il gestore italiano non sia stato l'unico a subire le conseguenze del "sole allegro", in quanto su diversi siti in rete sono stati segnalati disagi non solo nel nostro paese, ma in diverse parti del mondo, dove per parecchie ore è stato impossibile accedere al web, inviare sms, connettersi o semplicemente effettuare una telefonata.


Il pericolo non era, comunque, del tutto ignoto: La National Oceanic and Atmospheric Administration aveva avvertito che una serie di brillamenti solari erano in arrivo ed avrebbero potuto generare uno shock, interrompendo le comunicazioni satellitari.
Alcuni, X-class flares solari erano fuoriusciti dalla nostra stella ed i dati NASA indicavano trattarsi di brillamenti di classe X2.2 e X1.5, (il 10 giugno), di classe X1.0 (11 giugno). Per intenderci, quelle di classe X sono ritenute dagli esperti le esplosioni più potenti, ma nello specifico caso, sempre secondo il NOAA, i disturbi alle comunicazioni non sono stati generati dalle tempeste magnetiche conseguenti all'espulsione di massa coronale dal sole, quanto piuttosto dalla concomitanza ravvicinata dei flares stessi.


Naturalmente se fosse accertata l'esistenza di una connessione tra i flares solari ed il crollo della rete di Wind, cadrebbero nel vuoto anche le ipotetiche class action che alcuni movimenti di consumatori (come, per esempio, Altroconsumo) stanno pensando di intentare nei confronti della compagnia di telefonia italiana, ma non esistono ancora prove definitive che possano collegare il collasso di Wind con gli effetti dei flares.


I rischi economico-sociali derivati dalle tempeste geomagnetiche sono noti, soprattutto in una società globale che si regge su comunicazioni wireless, radio e GPS: una società avanzata, ma fragile, perché un impatto frontale con un "evento Carrington" (dal nome del fisico che per primo identificò potenza e conseguenza dei brillamenti del sole) potrebbe veramente annichilire per molto tempo tutte le nostre comunicazioni. 

Non siamo più nel 1859, quando un brillamento solare blocco per più di 14 ore il funzionamento dei telegrafi. Si era agli inizi della società industriale. Oggi sarebbe il caos.