Gli animalisti di Facebook si dicono costantemente indignati per la mancanza di attenzione del social network nei confronti degli animali, in quanto malgrado le molteplici segnalazioni di pagine o gruppi che istigano alla violenza sugli amici pelosi, Facebook risponde, puntualmente e laconicamente, come un disco: "Questa Pagina non è stata rimossa": Dettagli. Grazie per il tempo dedicato alla segnalazione di un contenuto che secondo te potrebbe violare i nostri Standard della comunità. Le segnalazioni come la tua sono fondamentali per rendere Facebook sicuro e accogliente.
Abbiamo controllato la Pagina che hai segnalato per la presenza di discorsi o simboli di incitazione all'odio e abbiamo riscontrato che rispetta i nostri Standard della comunità. Nota: se riscontri un problema con qualcosa che si trova sulla Pagina, segnala il contenuto in questione (ad esempio una foto), non tutta la Pagina. In questo modo, la tua segnalazione potrà essere rivista in modo più accurato". Queste risposte, spessissimo postate nelle bacheche degli utenti in segno di denuncia, fanno andare su tutte le furie gli animalisti o comunque chi non concepisce la violenza verso nessuno e gradirebbe un intervento fattivo da parte di Fb.
Eppure, molte sono le pagine che si scatenano contro cani e gatti dipinti come bestie da eliminare, utilizzando anche anche immagini sacre con accanto messaggi di liberazione dell'animale immondo.
Si leggono anche molti modi di elminazione fisica di un cane o un gatto, oltre ad immagini veramente cruente con protagonisti gli animali pelosi. Non mancano gli attacchi ai padroni dei cani, accusati di idolatria nei confronti delle loro "bestiacce, puzzolenti e luride". Facebook si dichiara molto attento ai contenuti che postano i suoi utenti nelle loro bacheche, tant'è che dispone di un regolamento di ben 17 pagine su cosa si può o non si può pubblicare. Tra le cose che non si devono pubblicare vi è la voce relativa alla violenza, anche nella procedura di segnalazione da parte dell'utente, che dà la possibilità di scegliere tra quattro motivi:
1. Attacco a razza o etnia o una nazionalità
2.
Discriminazione a causa della religione
3. Attacco in base al sesso o orientamento sessuale
4. Attacco a persone disabili o affette da malattie incurabili.
Sembrerebbe che cani, gatti e padroni, secondo Facebook, possano essere allegramente attaccati perché probabilmente non contemplati nelle 4 categorie. Eppure, come affermano molti utenti, si è di fronte sia ad istigazione alla violenza nei confronti degli animali domestici, sia di discriminazione nei confronti dei loro padroni. La ragione risiederebbe nel fatto che il manuale comportamentale di Fb non sia chiaro; alcuni punti appaiono indecifrabili e quindi si assiste a censure e chiusure di pagine e gruppi che in realtà non hanno nulla di traumatico, e altre, come quelle a favore della violenza degli animali in vista, malgrado le segnalazioni degli utenti.
E' anche vero che la furbizia di questi gruppi sta nel mettere come foto del profilo motti anti - violenza del tipo "no alla violenza ecc." ma poi i contenuti sono decisamente diversi. E Facebook e le aziende esterne a cui fa riferimento per la censura, abboccano…..