Il caso della Scuola media di San Francesco al Campo, nel torinese dove, in una classe, gli studenti riprendevano di nascosto i docenti durante la lezione e si scambiavano le immagini sui social network sta destando notevoli polemiche per l’utilizzo degli Smartphone in classe.
Scuola di Torino, docenti ripresi di nascosto: cosa fanno gli studenti con le immagini?
Stanno molto più in guardia adesso gli insegnanti sapendo che il gioco più in voga consiste nel far arrabbiare proprio loro, fare una ripresa con il cellulare e poi condividere con tutti i contatti.
I 22 alunni sospesi per le immagini beffarde a Torino addirittura avevano creato un gruppo su Whatsapp e la condivisione era pressoché immediata. Con un semplice click e in pochi secondi tutta la classe poteva vedere l’immagine o il video fatto di nascosto. Una vera e propria burla che, a ben vedere, spesso è la giusta premessa per il fenomeno del bullismo: in alcuni casi accaduti in passato, fa sapere il quotidiano torinese “La Stampa”, le vittime sono stati i più indifesi, i disabili, picchiati e ripresi.
Sequestrare i telefonini a scuola? La rivolta dei genitori degli alunni
Si utilizza Whatsapp, pratico e veloce. E lo usano anche i prof, ma per parlare con gli studenti dei compiti. Un esempio di come la tecnologia possa essere, contemporaneamente, croce e delizia del progresso.
Ma nella battaglia educativa al corretto uso degli smartphone e dei tablet in classe, i docenti combattono una guerra quasi da soli. Quel che è successo nella scuola di San Francesco al Campo poteva succedere ovunque. In un altro istituto del torinese, infatti, il dirigente scolastico afferma che ogni anno sequestra circa trenta smartphone ad alunni che non rispettano la proibizione di utilizzare il telefonino in classe.
Ma i primi a non seguire i docenti sono i genitori degli alunni: quando vengono a scuola riprenderelo smartphone sequestrato al figlio, glielo ridanno all'istante. Addirittura molti genitori contestano la privacy nel sequestro dei cellulari. Privacy, peraltro violata nel momento in cui si riprende qualcuno di nascostoe senza il consenso.
A molti genitori non piace nemmeno la presa di posizione di alcune scuole per affrontare la questione: sequestrare i cellulari all’inizio delle lezioni. Il problema è allora alla base: sarebbe ora di informare anche i genitori dei rischi ai quali i propri figli vanno incontro. Nella quasi totalità dei casi si cerca sempre di non arrivare al penale, ma comunque si commette un reato tutelato dalle leggi sulla privacy. E questo i genitori, che dovrebbero essere i primi educatori, non lo sanno.