Con l'arrivo delle tecnologie mobili, la nostra privacy è sempre più a rischio. Anzi, stando a quanto dice l'esperto Claudio Agosti - ricercatore e sviluppatore di software per la protezione dei diritti umani digitali - per quanto possiamo essere attenti, i nostri dati saranno sempre diffusi a nostra insaputa. La colpa principale è ovviamente di internet, che utilizziamo coi nostri telefoni. Ma anche del Gps. Ma come avviene tutto ciò? Ed è proprio impossibile evitarlo? Cerchiamo di capirne di più.
I servizi di localizzazione
Partendo dai servizi di localizzazione, se si possiede un iPhone, possiamo controllare i dati alla voce.
Apple sostiene che questi dati non vengono inviati ad essa, ma servono solo per fornire servizi personalizzati per l'utente. Tuttavia, i servizi di localizzazione, seppur spenti, non risulteranno mai del tutto disattivi. Non a caso, esistono aziende specializzate nel realizzare profili aggregati sul comportamento delle persone e basati sui luoghi che essi frequentano di più. Come fanno? Grazie ad alcune applicazioni scaricate dagli utenti, autorizzate appositamente a tracciarne gli spostamenti. Come denuncia Paolo Dal Checco a La Stampa, consulente tecnico presso i tribunali, tanti utenti non sanno di avere attiva la location history. Che per mesi, forse anni, ne ha tracciato tutti gli spostamenti.
Altro pericolo viene poi dalle mail, continua Dal Checco. Infatti, i provider di posta, come impone la legge, devono tracciare l'IP di mittente e destinatario, timestamp (data e ora), talvolta perfino la lunghezza del messaggio e il suo oggetto.
La questione dei Metadati
Altra questione riguarda i cosiddetti Metadati. Vengono tracciati contenuti e dati di ogni comunicazione.
Dati utili ai governi, ma anche alle aziende, sempre per scopi di merchandising. Del resto, come conferma un altro esperto, Alberto Pelliccione, i Metadati sono la descrizione analitica dei comportamenti delle persone. Ancora, gli operatori telefonici registrano i vari aspetti delle nostre chiamate vocali. Gli esperti denunciano dunque come i nostri dati di navigazione, chiamate vocali e i dati relativi agli spostamenti, siano raccolti da svariati soggetti commerciali, oltre agli stessi governi nazionali. Per non parlare poi dei social network. Per quanto possa essere forse inutile, usare con parsimonia le tecnologie resta sempre una buona norma.