Il nome del neonato gruppo Facebook suona come l'incipit di una favola: "C'è un libro abbandonato...". Eppure, nonostante la lettura e i Libri sembra stiano passando un periodo di forte crisi, nel giro di quindici giorni l'iniziativa è diventata 'virale'. Il creatore del gruppo è il signor Vezio Bonera che, all'inizio di maggio 2016, ha dato il via al suo 'progetto'. "Gli iscritti al gruppo per stimolare la lettura abbandoneranno un libro su un mezzo pubblico, in un bar, o sulla panchina di un parco inserendo un biglietto dove si descrive la motivazione di questo abbandono che si intende trasformare in dono." E l'obiettivo conquista l'anima dei lettori.
Il meccanismo infatti è molto semplice e dagli oltre 2000 iscritti sono già arrivate tantissime testimonianze fotografiche, nelle quali si vedono i libri lasciati sulle panchine, nelle stazioni o nei luoghi più disparati. Grazie al biglietto che li accompagna, coloro che li trovano quindi sapranno il motivo per il quale il libro è stato abbandonato e, se vogliono, possono a loro volta testimoniare il ritrovamento.
Chi è Vezio Bonera?
Abbiamo intervistato il signor Vezio Bonera, milanese doc classe 1924, creatore e amministratore del gruppo Facebook 'C'è un libro abbandonato...'. Lo scrittore, che ha iniziato per gioco la sua avventura con l'apertura del gruppo sul social network di Zuckerberg, non pensava certo di ottenere così tante adesioni in così poco tempo: dal 6 maggio 2016 al momento in cui scriviamo infatti hanno aderito già oltre 2700 persone.
Ma il sig. Bonera quando ha iniziato a scrivere? La stesura del primo libro è iniziata all'età di 82 anni e nel giro di una decina di anni ha raggiunto quota 8 (i primi 5 però non sono più in commercio).
Quando si è avvicinato alla Tecnologia? Da quando è diventato ipovedente: "quando ho perso la vista, volevo vedere cosa riuscivo a combinare comprando un computer".
Per allenarsi a usare il pc ha iniziato a scrivere un libro che ha avuto un discreto successo: in questo e nei successivi lo scrittore ha romanzato fatti di vita vissuta.
Abbiamo chiesto al sig. Bonera se la tecnologia e i social network possono aiutare persone della sua fascia di età o con problemi alla vista. Ci ha risposto che lui ha cominciato perché "volevo sentirmi vivo" e, dopo aver scritto i libri, è andato in molte case di cura per portare la sua testimonianza a persone anche più giovani di lui, ma con lo stesso problema.
Perché anche da ipovedenti la vita non finisce.
Cosa gli ha fatto venire in mente di creare un gruppo facebook? L'ispirazione è arrivata improvvisa mentre chattava su messenger con una signora diTorino. Grazie a questa idea l'arzillo signore ha superato un altro scoglio: non sapeva se sarebbe riuscito ad aprire un gruppo Facebook "perché non sono capace", ma poi ha provato e, alla veneranda età di 92 anni, ci è riuscito. I risultati? Non si sono fatti attendere.