"Ma quanto bello sarebbe un mondo senza più password". Un sogno? No, pura realtà. Almeno secondo i cervelloni pensanti di Google che stanno attentamente analizzando, attraverso il “Project Abacus”, le tracce e le modalità di scrittura degli utenti in modo da far si che "non servirà più una parola chiave per accedere ai diversi servizi". In pratica questo nuovo tipo di riconoscimento di sicurezza dovrebbe utilizzare dati biometrici univoci. E cioè ad esempio li vostro modo tipico di scrittura, la vostra posizione abituale, il vostro volto. Insomma un qualcosa che fa parte di voi stessi e che potrà dimostrare al telefono che siete proprio voi.

Per ora il servizio sarà sviluppato solo per la piattaforma Android che presto metterà sul mercato un nuovo sistema operativo.

Ma come funziona 'Project Abacus'?

Ormai quasi tutti posseggono uno Smartphone e sappiamo naturalmente che il congegno elettronico ha decine di sensori. Ed è proprio attraverso questi che le applicazioni presenti all’interno del telefono registrano una sorta di punteggio che sarà valutato in base a diverse azioni. Ad esempio lui saprà dove stiamo abitualmente e dove ci troviamo in un determinato momento. Cosa stiamo facendo o cosa abbiamo fatto. Cosa e come scriviamo. Insomma una serie inequivocabile di dati che trasmettono fiducia al dispositivo e lo autorizzano a sbloccare tutto senza bisogno di digitare un codice.

Tutto questo senza mai mettere in pericolo la sicurezza dei dati. Anche perché, come tutti ben sappiamo, i nostri congegni elettronici ci “spiano” 24 ore su 24.

I tecnici stanno già lavorandoda tempo

“Tutti quanti noi abbiamo almeno uno smartphone dotato di diversi sensori spesso inutilizzati”, ha spiegato all’Adnkronos, Daniel Kaufman, capo ricerca dell’Advanced Technology and Projects di Google.

“Perché allora – insiste - il nostro dispositivo non potrebbe semplicemente sapere chi sono senza il bisogno di chiedere una password?”. Kaufman ha anche assicurato che al momento alcuni enti finanziari stanno provando e testando quotidianamente le nuove “trust api” e, se questa fase di controllo sarà positiva, verranno pubblicate entro la fine di quest’anno.