emoji ed emoticon che usi, segno della tua personalità che lasci in ambiente virtuale, spargendo tracce più che persistenti, indelebili. Per la serie dacci oggi la teoria quotidiana e senza mai indurci in confusione mentale, oggi è la volta della 'cyberpsicologa' Linda Kaye dell'università britannica di Edge Hill che ha pubblicato un lavoro sulla rivista 'Trends in Cognitive Science' in cui spiega come le icone del terzo millennio tra l'essere e l'apparire, influenzino le relazioni sociali.

'Icona mania' a tutte le età

Questa nuova forma di comunicazione, infatti, dà indicazioni sulla personalità di chi la usa e forgia la socialità 4.0.

Chi utilizza faccine in sms, chat, email è ormai il 90% degli utenti indipendentemente dall'età. Non crediate sia una modalità comunicativa che coinvolga solo le giovani generazioni, tutt'altro!

Una faccina ci salverà?

Mani, postura, espressioni della faccia ci aiutano quando comunichiamo dal vivo e anche nelle videochiamate via Skiype. Diverso il caso quando passiamo alla comunicazione virtuale dei social, delle chat, di WhatsApp, di sms. Ecco che intervengono in nostro aiuto emoticon ormai onnipresenti in tutti i sistemi di messaggistica. "Il più delle volte, sostiene la cyberpsicologa Kaye - usiamo gli emoji come i gesti, come un modo di valorizzare le espressioni emotive. Ci sono molte peculiarità nel modo con cui gesticoliamo e le emoji sono qualcosa di simile, soprattutto nei differenti modi sul come e perché le usiamo".

Simboli e faccine sono scelti non in base all'età ma alla personalità. Per cui succede che le persone formulino "giudizi su di noi in base a come usiamo gli emoji - precisa Kaye - Bisogna essere consapevoli che questi giudizi possono differire a seconda del dove o con chi si usa quell'emoji, se ad esempio con persone di lavoro o con la famiglia o gli amici".

Insomma facile è il fraintendimento, non sempre favoriscono la comprensione e bisogna perciò fare attenzione a cosa si manda e a chi, non come fosse tutto un indifferenziato 'parco-giochi'

L'esperta non specifica che giudizi formulino gli altri in base all'uso delle icone. Forse seguirà un altro studio per maggiori dettagli.

Né questa ricerca evidenzia un punto non da meno della faccenda: la regressione o infantilizzazione che sembra non risparmi proprio nessuno. Qualche volta più salutare ed efficace può essere scendere dalla giostra virtuale e tornare a metterci la faccia e basta, anche senza smile!