Sembra una provocazione, ma è proprio così. Google, il motore di ricerca più visitato al mondo, colosso californiano di internet ha stabilito questo. A quell’età, secondo gli esperti del settore, gli adolescenti possono “staccare il cordone ombelicale” e girare autonomamente nel vasto mondo della rete, spaziando tra social network, audio e video. A 13 anni Google da la possibilità ai ragazzi di quella fascia d’età di riprendere possesso del loro profilo creato in precedenza dai genitori con un’applicazione dedicata.

Family Link

Così si chiama l’applicazione sviluppata da Google per i dispositivi Android.

Questa permette ai genitori di creare un account dedicato per i propri figli e stabilire alcune regole. Tra queste: gestire le app che può utilizzare, tenere sotto controllo il tempo di utilizzo e impostare l’ora sul dispositivo per andare a letto a dormire. I genitori possono “visionare” cosa i figli possono vedere, dove sono, e bloccare con un touch eventuali download o siti “indesiderati”. Tale applicazione è al momento disponibile solo per genitori e figli al di sotto dii 13 anni residenti negli Stati Uniti. Raggiunta tale età i ragazzi possono decidere dunque di continuare a navigare con le restrizioni oppure “diventare grandi” ed essere liberi di muoversi in rete come vogliono. L’età in questione per Google è giustificata dal fatto che per la legge americana è sufficiente avere 13 anni per iscriversi a Facebook oppure creare un profilo Instagram.

Senza il consenso dei genitori. Ciò è da sottolineare vale per solo per i sistemi Android e non per Apple. Infatti la funzione “controllo parentale” del colosso della mela morsicata non dipende dall’età ed è disattivabile sono con un determinato codice.

Il tema dell’età

E’ molto attuale. Il regolamento di Bruxelles ha fissato a 16 anni il limite per inibire l’iscrizione alle piattaforme lasciando comunque la liberta ai singoli Stati di restare nel range tra i 13 e i 16 anni.

In Italia ad esempio con la legge sul cyberbullismo sono i 14 anni l’età minima per chiedere la rimozione di un contenuto. Psicologi e psicoterapeuti del settore analizzano la questione e l’equilibrio la fa da padrone. Certo è che a 13 anni forse è un po presto per essere autonomi in Rete. Si sperimentano varie cose tuttavia a quell’età manca consapevolezza e senso critico.

Il controllo a distanza va bene, ma non risolve le cose. Ci vuole dialogo, spiegando ai minori il proprio rapporto con Smartphone/internet con i suoi vantaggi e opportunità, ma anche i varia lati oscuri. Un esempio pratico: a tavola non si dovrebbero utilizzare smartphone, ma dialogare. E gli adulti che fanno? Diamo il buon esempio ai nostri figli?