Come vediamo tutti i giorni, soprattutto attraverso le varie pubblicità in televisione, la Ricerca scientifica, in special modo quella nel campo medico, ha sempre bisogno di aiuto e nuovi fondi per andare avanti poiché è molto costosa e quasi sempre i finanziamenti, siano essi governativi, europei o privati, non riescono a coprire le necessità dei ricercatori che quindi cercano sempre nuove fonti di donazioni.

Ma non è solo questo il problema della ricerca di oggi; con le nuove tecnologie di bioinformatica si sono sviluppati database e modelli statistici enormi che per essere analizzati e interpretati hanno bisogno di una potenza di calcolo gigantesca, impossibile da sviluppare collegando persino decine se non centinaia di computer.

Per far fronte a questa nuova sfida i ricercatori hanno trovato un modo per far si che anche noi utenti di internet possiamo aiutarli mettendo a disposizione le risorse inutilizzate dai nostri dispositivi mentre navighiamo.

Il computing collettivo

Grazie a dei software semplicissimi da scaricare, come ad esempio l'app folding@home, uno dei più famosi, possiamo mettere a disposizione la parte di processore che il nostro PC non utilizza mentre stiamo navigando o lavorando per permettere ai computer dei ricercatori di elaborare queste moli gigantesche di dati grazie anche all' aiuto dei nostri. Il computer dell' università manda tramite il client al nostro PC una unità da elaborare che il nostro dispositivo elaborerà quando non stiamo lavorando o utilizzando la CPU rimanente a seconda delle impostazioni da noi date.

Nel caso del progetto Folding si tratta di un progetto che lavora sui vari modelli di ripiegamento delle proteine per capire come esse possano modificare la loro struttura, in particolare relativamente alla malattia di Alzheimer e al morbo di Parkinson. Questo tipo di programmi ha già dimostrato di poter essere molto utile quindi vale certamente la pena di dare un' occhiata ai vari progetti di questo tipo che le università hanno creato.

Fra l' altro se cercate contatti extraterrestri anche il famoso progetto SETI ha avviato un programma di questo tipo. Non è quindi solo tramite le donazioni che possiamo aiutare la ricerca ma anche attraverso queste piccole cose che a noi non costano nulla ma che, chissà, forse un giorno potranno riuscire a salvare qualche vita.