"Un giorno, le mie figlie dovranno pensare che Facebook è stato una cosa buona per il mondo". Queste sono state le parole, sicuramente di impatto, pronunciate ieri dal padre-padrone di Facebook, Mark Zuckerberg. Qualcosa di epocale cambierà nel social network più famoso del mondo. Il suo creatore si è ripromesso di raggiungere un'obiettivo nei prossimi anni: correggere gli errori di un sistema che non rende, a suo dire, più felici i suoi frequentatori abituali. Ma quali saranno i costi di un'operazione che rischia di ridurre drasticamente le entrate del gruppo Facebook provenienti dalla pubblicità?

Facebook: sempre più marketing e meno social

Nel lontano 2010, proprio Mark Zuckerberg aveva annunciato, urbi et orbi, la volontà di fornire, tramite la piattaforma social di Facebook, un volano a tutte le realtà economiche e politiche del mondo per raggiungere (o individuare) nuovi potenziali clienti ed elettori. Nel tempo, nuovi algoritmi di profilazione sono stati aggiunti alla piattaforma per aiutare le aziende interessate a lanciare campagne pubblicitarie da indirizzare al pubblico giusto.

Un business, questo, che ha permesso a Facebook di crescere a dismisura. Un risultato di questa crescita enorme è stata la quotazione in borsa di alcuni anni fa. Ad oggi, quasi tutte le aziende ed istituzioni pubbliche del mondo hanno un profilo o pagina su Facebook che utilizzano per comunicare con i propri clienti o per lanciare campagne pubblicitarie ad-hoc.

La piaga delle fake news

Prova dell'importanza di Facebook nel mondo della comunicazione di massa, è stato il caso scoppiato durante le ultime elezioni americane. Il social di Zuckerberg era stato considerato colpevole di aver pilotato il voto di molti elettori statunitensi verso il magnate Donald Trump. Ma, senza dubbio, la vera piaga che oramai da anni colpisce Facebook ed altri social network sono le fake news.

Ogni giorno, veniamo inondati da enormi quantità di notizie, spesso non veritiere. Un sovraffollamento di notizie che spesso irritano gli utenti del mondo social. Effettuare un controllo di qualità sulle fake news non è di facile attuazione, vista l'enorme quantità di notizie sfornate ogni minuto da milioni di pagine, e la difficile (e costosissima) valutazione sulla fondatezza delle informazioni riportate.

Ma quali sono i costi di un cambio di politica di News Feed?

Quali saranno i costi ai quali Facebook dovrà far fronte a causa di questa epocale decisione da parte del suo patron? La riduzione drastica del flusso di notizie e video provocherà sicuramente come prima conseguenza la riduzione di investimenti pubblicitari sulla piattaforma Facebook, se non addirittura il drastico abbandono della stessa.

Altri social, come Twitter per esempio, forniscono un miglior bilanciamento del rapporto tra tweet di comunicazione e messaggi riportanti notizie o pubblicità. Quindi molte realtà che avevano investito sul social di Zuckerberg potrebbero decidere di spostarsi su nuovi social network. Quali sono le vere intenzioni del patron di Facebook?

Si vuole davvero ridurre il core business di Facebook con lo scopo di migliorare la qualità delle comunicazioni social?

Al momento a tutte queste domande possiamo solo rispondere manzonianamente con un "Ai posteri l'ardua sentenza". Il mercato, invece, ha risposto negativamente a questo cambio di rotta, producendo un brusco calo delle quotazioni di Facebook con una perdita del 4% e di circa 3.3 miliardi. Il calo costa a Zuckerberg il 4,4% del patrimonio personale, che scende quindi a a 72,4 miliardi.