Nonostante siano passati molti anni dalla prima apparizione di Pac-Man sugli schermi dei videogiochi, il famosissimo gioco continua ancora a far parlare di sé continuando a cavalcare l'innovazione dei media e dei videogiochi. Oltre all'inclusione nei giochi precaricati di SNES del remake della storica console SNES, l'anno scorso è arrivato al cinema all'interno del film Pixels, intraprendendo un processo di incarnazione virtuale che sembra sia intenzionato a continuare.

Nel 2018 sarà possibile vederlo all'opera ancora più da vicino grazie a Pac in Town, una versione del noto software progettata appositamente per HoloLens, il dispositivo di Realtà Aumentata sviluppato da Microsoft disponibilie in molti paesi europei.

La presentazione è stata effettuata a San Francisco nel corso della conferenza GDC (Game Developer Conference) 2018 che è tuttora in corso e terminerà il 23 marzo.

Ecco il video di Pac In Town

Durante la presentazione è stato mostrato un video, riportato in basso, in cui tre utenti indossano HoloLens in uno spazio aperto e percorrono il labirinto virtuale muovendosi nell'ambiente e cercando di guadagnare quanti più punti possibili, andando incontro alle fragole che trovano lungo il percorso e prendendo la pallina che consente di mangiare i fantasmi. Analogamente al gioco originario, l'obiettivo di questa versione consiste nel collezionare 100 palline nel tempo disponibile evitando i fantasmi.

Il progetto è partito come un progetto sperimentale per il Pacathon, una iniziativa della Bandai Namco nata per esplorare nuove implementazioni di Pac-Man utilizzando tecnologia innovativa. Il debutto del primo prototipo risale alla manifestazione Pacathon tenutasi nel 2017 in Austria, in cui più di 400 persone hanno voluto provare ad indossare i panni di Pac-Man tramite la Realtà Aumentata.

Incoraggiata dal successo di pubblico, l'azienda ha poi deciso di continuare lo sviluppo e, dopo un mese di ottimizzazioni aggiuntive, Pac In Town è stato lanciato come un'attrazione in Mixed Reality per i parchi a tema giapponesi.

I suoi creatori hanno dichiarato che hanno preferito non creare una versione single-player del gioco, in quanto ritengono che la Mixed Reality opera meglio in presenza di una esperienza multiplayer.

In tal modo il gioco diventa molto più simile ad uno sport in cui le persone coinvolte possono comunicare, muoversi nello spazio aperto e provare ad aiutarsi l'un l'altro. Nonostante il gioco sia stato pensato fin dall'inizio come multiplayer, i suoi stessi creatori hanno dichiarato di non aspettarsi il successo ricevuto e l'entusiasmo mostrato da tutti gli utenti che hanno avuto la possibilità di provarlo.