Telegram, come molti di voi sapranno, è il rivale diretto di Whatsapp. Ogni aggiornamento è una vera e propria guerra a chi introduce più funzioni. In passato spesso, l'applicazione dall'icona verde è stata criticata per i numerosi disservizi, causando impossibilità a scambiare messaggi tra i contatti. Oggi, purtroppo, è toccato a Telegram. Dall'inizio dell'anno, questa è la seconda volta: i server sono down e da alcune ore non funziona il servizio in molti paesi del mondo. La comunicazione è arrivata direttamente dal profilo Twitter della società confermando che in Europa, in Medio Oriente e nei Paesi CSI (acronimo di Comunità degli Stati Indipendenti) hanno dei problemi di connessione.

Ad essere interessate sono sia la versione mobile, che quella desktop (inclusa quella web accessibile tramite browser). Nel giro di pochi minuti si è diffuso, come in passato è accaduto per Whatsapp, l'hashtag dedicato #Telegramdown.

Telegram: disservizi in molti paesi del mondo

Gli utenti si ''sfidano'' a colpi di tweet divertenti. C'è chi ironizza, ad esempio sul giorno in cui Telegram e Twitter possano creare disservizi contemporaneamente, causando l'impossibilità di utilizzare gli hashtag appositi.

Il fondatore su Telegram fa sapere che la causa è dovuta ad un sovraccarico elettrico che ha portato all'interruzione di elettricità che portava la corrente ad alcuni dei server del servizio.

Proprio sette giorni fa, il 22 marzo 2018, l'applicazione dedicata ai messaggi ha raggiunto il traguardo di 200 milioni di utenti attivi al mese, entrando a far parte letteralmente tra i big dei social network. Il 23 marzo, invece, è stato rilasciato l'ultimo aggiornamento: tra le novità dell'ultima versione è possibile trovare una barra di ricerca che consente di trovare facilmente gli sticker che vogliamo inviare.

Problemi per Telegram in Russia

A febbraio, invece, la società russa si è vista cancellare l'applicazione dell'App Store a causa dei numerosi gruppi e canali presenti sulla piattaforma che effettuavano scambi di materiale pedopornografico. Ma oggi, Telegram se la deve vedere con la Russia. Quest'ultima vuole i codici per decriptare tutti i messaggi degli utenti.

Lo Stato russo è arrivato addirittura ad intimare l'azienda. La Corte suprema ha dato ragione, ovviamente, alla nazione e se Telegram non dovesse obbedire si vedrebbe bloccata l'applicazione su tutto il territorio nazionale. Il fondatore, però, fa sapere che l'azienda continuerà a lottare per il diritto alla privacy.