Lanciata sul mercato nel 2017 da Straphory, una start-up russa, vera è l’innovazione che, tramite l’utilizzo dell’intelligenza artificiale, ottimizza i tempi e i costi di gestione nella selezione delle risorse umane. La start-up di San Pietroburgo conta già 200 clienti fra i quali spiccano i nomi di ikea, Pepsi, l’ Oreal e altre Big Companies. Finora questo software è risultato più efficace per le Compagnie che devono reclutare lavori impiegatizi e lavori legati all’edilizia, in particolare nel settore della vendita al dettaglio, di distribuzione e bancario.
Questo robot, disponibile sia in versione femminile che maschile, è in grado di selezionare 1.500 candidati al giorno, circa 63 all’ora per singola figura ricercata, il che significa che lavora su circa 50.000 curricula al giorno. E’ programmato per effettuare screening su oltre 1 milione di curriculum vitae in base a determinate caratteristiche richieste da un datore di lavoro e su 440.000 telefonate fa 2.300 interviste.
Ecco come funziona
L’idea che fa nascere Vera è l’analogia con Uber, un’applicazione mobile che secondo necessità unisce passeggeri e autisti con un solo clic; il suo software funziona così:
- L’azienda selezionatrice fornisce a Vera la “job description”.
- Vera seleziona i curricullum vitae linkando cinque siti di ricerca lavoro.
- Telefona ai candidati chiedendo se sono interessati a partecipare alla selezione e quindi ad un’intervista che può essere fatta sia per telefono che a PC.
- L’intervista dura otto minuti e non è tutto: Vera è in grado di rivedere curricula con relative lettere di accompagnamento on line e li propone quando si aprono nuove posizioni.
Poi la selezione procede faccia a faccia con delle persone perché, nonostante il progresso tecnologico, non siamo ancora riusciti a trovare un algoritmo che ricrei la sensibilità umana, fondamentale in un processo di selezione del personale.
Così, grazie all’IA alcuni lavori o parte di essi possono essere svolti in tempi ridotti e presto anche i costi aziendali per ottenerli saranno contenuti. Tuttavia sorge un problema, perché i risparmi derivanti da queste ottimizzazioni spesso non coprono, in velocità di tempi di raccolta, l’esigenza di nuovi investimenti in ulteriori tecnologie innovative, come dire: per il momento non ci rimane altro che investire i nuovi risparmi in creatività, cosa che per ora sappiamo fare solo noi meglio delle macchine e spesso dà un ritorno decisamente maggiore rispetto al capitale investito.