Non c'è alcun dubbio che, alcuni social network, costituiscano un incredibile vantaggio per la comunicazione degli utenti, inimmaginabile fino a poco più di dieci anni fa. Facebook, ad esempio, offre la possibilità di mettersi in contatto con persone importanti della nostra infanzia, con le quali, a causa di varie vicissitudini, non si aveva più alcun rapporto.

Dietro tutto ciò, però, si nascondono alcune insidie, sulle quali sarebbe meglio agire in maniera preventiva. Zuckerberg, in tal senso, ha lanciato un segnale forte.

Guerra ai fake

I numeri sono davvero impressionanti.

Da gennaio a marzo di quest'anno, infatti, sono stati bloccati e cancellati 583 milioni di profili falsi presenti su Facebook, creati appositamente per restare volontariamente nell'anonimato, colpire delle vittime prescelte o, più semplicemente, per esprimere delle opinioni che, con la propria identità, potrebbero creare imbarazzo o non essere "socialmente" accettate.

Insomma, per un motivo o per un altro, fino a pochissimo tempo fa, uno dei social network più amati e utilizzati al mondo stava rischiando di diventare un vero e proprio "tempio della falsità". Con quest'azione di rimozione, e con tutte le nuove procedure per la tutela della privacy dei propri iscritti, sembra che Zuckerberg voglia recuperare quella credibilità recentemente persa con lo scandalo che ha colpito la sua piattaforma.

Ma non solo

Se la lotta ai profili falsi è apparsa come una priorità, in seguito ad alcune indagini sono emerse anche altre anomalie. Infatti, sono stati rimossi dal social network circa 1,9 milioni di contenuti palesemente legati al terrorismo, che inneggiavano pubblicamente e liberamente all'Isis e alle stragi compiute. Inoltre sono stati segnalati, e subito dopo cancellati, milioni di contenuti violenti, incitanti all'odio e alla discriminazione razziale.

Nonostante sui "fake" e sul terrorismo si sia riusciti ad intervenire in maniera molto efficace e tempestiva, sull'ultima tipologia di "utenti pericolosi", invece, si è evidenziata una maggiore difficoltà di azione. Risulta più complicato, infatti, stabilire in maniera oggettiva quali contenuti possano essere etichettati come "meritevoli" di cancellazione e quali, viceversa, possano restare su Facebook.

La decisione, in sostanza, viene presa basandosi sui parametro della frequenza con cui l'elemento appare sul social network, e sull'impatto che ha verso gli iscritti. Come ha sottolineato lo stesso fondatore di Facebook, però, su certi aspetti c'è ancora molto da lavorare.