Nel corso del suo tour in Italia, mercoledì 9 gennaio il Prof. Robert Langer ha tenuto una conferenza all’Università Campus Bio-Medico di Roma. Successivamente è stato ospite della LUISS per un incontro pubblico, moderato da Gianni Riotta.

Langer, classe 1948, è oggi tra gli scienziati più illuminati del nostro tempo, con oltre 220 importanti riconoscimenti, 1.000 brevetti, oltre ad aver patrocinato oltre 40 nuove imprese (start-up).

Più unico che raro

Autore di oltre 1200 articoli scientifici e promotore di oltre 40 nuove start-up, il professor Robert Langer è uno docenti più influenti del MIT (Massacchussetts Institute of Technology) di Boston.

Negli anni è stato considerato da Forbes magazine, Bio World e CNN una delle menti più brillanti del nostro tempo e tra gli ingegneri più citati della storia. Nato nel 1948 si è laureato in Ingegneria chimica nel 1974. Negli anni ha ricevuto oltre 220 importanti riconoscimenti ed è uno dei quattro scienziati viventi ad aver ottenuto la Medaglia per l’innovazione e la tecnologia degli Stati Uniti d’America.

Responsabile del “Langer Lab”, un laboratorio incubatore come tanti altri al mondo. Ma in questo laboratorio sono nate oltre 40 imprese, sviluppato idee che si sono concretizzati con il deposito di oltre 1.000 brevetti che vengono ora utilizzati da oltre 350 aziende di vario genere, dai settori biotech al farmaceutico e quello chimico.

Questi giorni è stato in tour per l’Italia. Mercoledì 9 gennaio il Prof. Robert Langer ha tenuto una conferenza all’Università Campus Bio-Medico di Roma. Successivamente sempre nella Capitale è stato ospite in un incontro organizzato dalla LUISS, in Viale Romania, moderato da Gianni Riotta, ex direttore del TG1 ed ora direttore della Scuola di Giornalismo "Massimo Baldini" e Data Lab, presso la LUISS.

Tra gli argomenti trattati, il Prof. Langer si è soffermato sui polimeri e sulle nuove tecnologie, sulla combinazione tra nano-materiali e farmaci, con l’obiettivo di sviluppare nuove applicazioni in ambito farmaceutico. Altri temi trattati sono state le start-up e di quante opportunità ci sono, anche oggi nel nostro Paese, per iniziare un’attività in proprio.

Per fare impresa coniugando ricerca, innovazione e business. Una formula collaudata da decenni negli Stati Uniti contribuendo a generare il “mito americano”. Ma ora, in tempi di globalizzazione, questo fenomeno potrebbe diventare una realtà Made-in-Italy.

Gli ingredienti per fare una start-up di successo

Secondo Langer per creare una start-up di successo sono necessari pochi ma irrinunciabile ingredienti: una buona idea, un CEO preparato e tanto entusiasmo.

Una buona idea: una idea o tecnologia rivoluzionaria, già pubblicata su riviste scientifiche internazionali di elevato impatto, come Nature o Science, e quindi autorevole e ben conosciuta. Una idea che ha già alle spalle una proof-of-concept ovvero è stata dimostrato che funziona.

Se è una tecnologia, che risolve dei problemi. Se è un farmaco, che funziona nei modelli animali, ecc. Ovviamente l’idea deve essere protetta da uno o più brevetti. E possibilmente avere sempre almeno una doppia opzione perché se per qualsiasi motivo l’idea iniziale dovesse cadere, bisogna subito ripartire con una idea alternativa. Ad esempio, studiando un nuovo farmaco, se durante gli studi clinici questo dovesse avere dei problemi, bisognerà avere già pronta un’altra molecola simile, ma con un profilo differente che può by-passare i limiti della prima.

Un buon capo o, come dicono gli americani, CEO (Chief Executive Office). Questo, secondo Langer, è un aspetto centrale per assicurare il successo di una start-up.

Il capo deve essere preparato in vari campi, ad esempio se la start-up è nel campo dei farmaci, il CEO deve conoscere gli aspetti scientifici ma anche quelli brevettuali, gli aspetti regolatori, quei finanziari (“stakeholder” o portatori di interesse). Ma un buon capo deve avere anche carisma, deve essere visionario, deve sapersi muovere a livello internazionale. Deve insomma essere “smart”.

Entusiasmo: su questo punto il Professore del MIT non ha dubbi. Il futuro delle biotecnologie può offrire molte opportunità soprattutto in ambito “pharma”. Nel suo Lab, Langer ha le più avanzate tecnologie ma anche 200 persone dotate di tanto ottimismo. Un binomio che consente di superare qualsiasi ostacolo.

Il suo laboratorio adesso si sta occupando di nanotecnologie da applicare nelle terapie geniche o “gene editing” e della creazione di tessuti artificiali. E stanno collaborando con la Gates Foundation.