Svezia, 5 febbraio – Per la prima volta nella storia della Biotecnologia, un arto robotico è stato impiantato nel corpo di una donna in modo permanente e permetterà l’utilizzo per il compimento di tutti i gesti appartenenti alla vita quotidiana. L’atteso intervento è stato eseguito in Svezia su una paziente di 45 anni. L’impianto permanente, definito mano robotica, è stato realizzato grazie al progetto europeo DeTop (Dexterous Transradial Osseointegrated with neural control and sensory feedback), finanziato dalla Commissione Europea all'interno del programma Horizon 2020, ideato da Christian Cipriani, Direttore dell’Istituto di Biorobotica di Pisa “Sant’Anna”.

In previsione anche altri due interventi che saranno eseguiti sia in Italia che in Svezia. L’ingegnere Cipriani, in un’intervista ha dichiarato che grazie al grado di sensibilità della mano robotica, la paziente nel giro dei prossimi mesi potrà acquisire tutte le funzionalità motorie e percettive simili a quelle di una vera e propria mano umana.

La mano robotica sostituirà l'arto precedentemente amputato

La donna che si è sottoposta all'intervento, aveva subito nel 2002 l’amputazione della mano e adesso, dopo aver ricevuto la mano robotica, dovrà sottoporsi ad un preciso e dettagliato programma di riabilitazione che le permetterà di acquisire la forza necessaria ai movimenti nei muscoli dell’avambraccio che ovviamente dopo aver subito l’amputazione sono risultati indeboliti.

Per permettere il controllo della mano robotica è stato utilizzato un programma di realtà virtuale. Secondo i medici ed i tecnici che hanno seguito il caso e seguiranno il percorso riabilitativo della donna, già dalle prossime settimane la paziente potrà essere dimessa e potrà sperimentare l’utilizzo della mano robotica per svolgere le azioni quotidiane in completa autonomia.

L’equipe medica che si è occupata dell’intervento ha spiegato che nelle ossa presenti dell’avambraccio della paziente sono state inserite delle strutture in titanio da un lato e la mano robotica dall'altro. Nei muscoli residui sono stati inseriti 16 elettrodi che permettono un collegamento sensoriale diretto tra le protesi ed il sistema nervoso della paziente.

Questo importante collegamento permetterà alla donna di controllare in maniera più efficace l’arto robotico e di permettere il ripristino del tatto.

Secondo quanto dichiarato, l’intervento chirurgico è stato realizzato a Gothenburg, presso lo Sahlgrenska University Hospital, dai chirurghi di fama mondiale Richard Branemark e Paolo Sassu.