Negli Stati Uniti d'America basta essere in possesso di una patente di guida per ritrovarsi schedati nei database governativi di Fbi e Ice (Agenzia federale responsabile del controllo della sicurezza delle frontiere e dell'immigrazione). Si tratta di un sistema di riconoscimento facciale basato semplicemente sui dati forniti dalla motorizzazione senza alcuna autorizzazione aggiuntiva, foto segnaletica o precedenti penali.
Questo sistema è stato descritto minuziosamente dal Washington Post che, citando una recente ricerca della Georgetown University of Law, ha spiegato come, ad oggi, le istituzioni americane abbiano libero accesso ad un archivio contenente le identità di milioni di individui.
Il ricorso al riconoscimento visivo come apporto alle indagini da parte delle più note agenzie investigative mondiali è un fatto risaputo. Tuttavia, ciò che ha messo in evidenza la testata giornalistica statunitense è il preoccupante ampliamento di questa pratica e i risvolti che può avere sulla privacy dei cittadini.
In America basta una patente per essere schedati
Mentre in precedenza le autorità governative americane dovevano munirsi di un'autorizzazione per avere accesso ai dati personali di un soggetto, adesso è possibile ottenere informazioni su qualunque cittadino che sia dotato di patente presso la motorizzazione statunitense (Department of motor vehicles). Questa semplificazione nel ricorso al riconoscimento facciale ha permesso all'Fbi di operare 390mila ricerche a partire dal 2011, con una media di 4.000 al mese.
L'ampio utilizzo da parte delle autorità governative di questi database non ha risolto il problema della fallibilità del riconoscimento facciale, le cui corrispondenze esatte ad oggi si aggirano intorno all'86%.
Limitazioni nella privacy dei cittadini
Il quotidiano statunitense ha ribadito che, da quando è stata creato questo grande archivio basato sul riconoscimento del volto, le autorità americane ne hanno costantemente accentuato l'utilizzo.
Infatti pare che ormai questa tecnologia non venga applicata solo ad indagini complesse, ma anche allo scopo di identificare autori di reati minori. Del resto, anche l'Fbi ha ribadito che il riconoscimento facciale, a causa della sua fallibilità, dev'essere affiancato dai risultati di ulteriori indagini inerenti i dati personali di un individuo sotto indagine.
Nonostante ciò, il Washington Post ha messo in evidenza come né il Congresso né le norme statali abbiano mai autorizzato il ricorso alle patenti di guida come fonte di schedatura dei cittadini americani. Allo stesso tempo, nessun individuo, al momento del rilascio del documenti di guida, ha mai firmato un consenso relativo all'archiviazione del proprio volto nei database governativi per il riconoscimento facciale o, in alternativa, un'opposizione alla schedatura. Ma anche in mancanza di autorizzazioni, sembra proprio che ormai il riconoscimento facciale tramite questi database si stia espandendo senza alcun limite.