Di recente si è parlato molto sulla possibile introduzione da parte di Google della latenza negativa in Google Stadia, cioè nella possibilità di inviare al server alcuni frame anticipando le possibili azioni del giocatore, in modo da diminuire significativamente il lag e mantenere l'esperienza di gioco sempre fluida. Questa tecnologia, possibile ma complessa, richiederebbe però il consumo di dati molto più alto rispetto a un normale game streaming.
Le connessioni a consumo potrebbero essere tagliate fuori
Nel 2014 il quotidiano Ars Technica aveva parlato del sistema chiamato "DeLorean", tecnologia sviluppata da Microsoft che sembra avere la stessa idea di base della latenza negativa che Google vorrebbe introdurre nella sua imminente piattaforma di cloud gaming.
Il problema, però, è che durante la fase di ricerca Microsoft si era accorta che il sistema DeLorean muoveva una mole di dati più ingente, da 1,5 a 4 volte rispetto a un normale client di game streaming, rendendola praticamente inutilizzabile per chi ha come unica modalità di accesso a internet una connessione a consumo. Ora si potrebbe pensare che le connessioni a consumo non siano poi così diffuse, ma pare proprio non essere così.
Il sondaggio: quasi il 20% dei gamer ha un tetto dati mensile
In un recente sondaggio infatti, BroadbandNow ha selezionato un campione di 1000 videogiocatori raccogliendo informazioni sulla connessione da loro utilizzata. Il risultato, pubblicato qualche giorno fa, mostra come quasi un quinto dei gamer statunitensi che giocano almeno 22 ore a settimana (circa 3 ore al giorno) abbia una connessione a consumo con tetto mensile di dati.
A prescindere dalla qualità e velocità della connessione, quindi, questi giocatori si troverebbero ad essere tagliati completamente fuori a causa di un probabile sforamento continuo del loro tetto mensile. Secondo alcune stime passate che non tenevano nemmeno conto della latenza negativa, infatti, giocare un'ora in 4k usando Google Stadia potrebbe richiedere circa 15,75 GB di dati.
Introducendo l'invio di frame in anticipo, Google Stadia potrebbe quindi diventare inutilizzabile anche in 1080p per una larga fetta di utenti.
Il futuro di Google Stadia e del cloud gaming
La sensazione generale, in conclusione, è che Google (così come Microsoft alcuni anni prima) siano molto avanti nella ricerca di tecnologie sempre più precise, utili e potenzialmente rivoluzionarie, ma che tutto questo non sia accompagnato da un apparato infrastrutturale sempre in linea con la ricerca o comunque non così diffuso su larga scala tra la popolazione. Google Stadia e il cloud gaming costituiranno probabilmente il reale futuro del gaming per molti appassionati, ma non sembra che la rivoluzione sia attualmente alla portata proprio di tutti.