Dopo la missione Chang'e-5 cinese, il Giappone trionfa nella missione con la sonda denominata Hayabusa 2. La sonda è atterrata sulla Terra, precisamente in Australia, riportando frammenti dell'asteroide Ryugu, antico di 4.6 miliardi di anni. Questi campioni verranno analizzati da alcuni scienziati giapponesi e saranno utili per scoprire importanti informazioni sulle origini del nostro sistema solare. Infatti, l'asteroide Ryugu è una roccia incontaminata di soli 900 metri di diametro, formata da parti della nebulosa solare esterna, spiega Lisa Harvey-smith, un'astrofisica britannico-australiana in un'intervista per il South China Morning Post, ed è lo stesso materiale di cui sono formati tutti gli altri pianeti del sistema solare.

Megan Clark, direttrice dell'agenzia spaziale giapponese, ha affermato che "nonostante il 2020 sia stato un anno difficile per il mondo intero", la missione Hayabusa 2 ha rinnovato la fede nel mondo e la fiducia nella Scienza, definendola un "meraviglioso risultato".

La missione di Hayabusa 2

La sonda Hayabusa 2 è stata lanciata da Japan Aerospace Exploration Agency (JAXA) nel dicembre del 2014. Hayabusa 2 ha poi incontrato l'asteroide Ryugu il 27 giugno del 2018 e si è posato sulla sue superficie due volte per raccogliere i campioni. La sonda ha successivamente riposto i frammenti raccolti in una capsula, rispedita sulla Terra e atterrata recentemente.

I frammenti prelevati dall'asteroide Ryugu verranno adesso analizzati preventivamente in Australia, per assicurarsi che non ci siano emissioni di gas. Successivamente, verranno spediti in Giappone per un'analisi più approfondita. Si prevede che la JAXA condividerà i materiali raccolti con la NASA e altre organizzazioni di ricerca internazionali, mentre un'altra metà dei frammenti sarà conservata per degli studi futuri.

La sonda Hayabusa 2 continuerà adesso verso altri due asteroidi: 2001 CC21, il cui raggiungimento è previsto per il 2026, mentre nel 2031 la sonda dovrebbe atterrare sull'asteroide 1998 KY26.

La sonda Hayabusa 1

Prima del lancio della sonda Hayabusa 2, il Giappone aveva tentato di già la missione lanciando la sonda Hayabusa 1.

La capsula della sonda atterrò sulla Terra nel 2010, ma riportò una quantità di campioni minima: non superavano il milligrammo. La prima sonda giapponese prelevò i campioni dall'asteroide Itowaka. Di fatti, ciò che rende la missione Hayabusa 2 ancora più trionfale, è proprio il fatto che i suoi frammenti sono stati prelevati da un asteroide ancora più anziano geologicamente, le cui rocce sono formate maggiormente di acqua, carbonio e composti organici.