A Berlino, nei giorni scorsi è stata aperta la Casa di Barbie, una struttura che ricalca a grandezza d'uomo il paradiso della bambola più celebre al mondo. In questa struttura, posta nelle vicinanze della Alexander Platz, le bambine possono accedere dal vivo a tutte le attività che farebbe la loro bambola preferita.

L'inaugurazione però è stata funestata da una criticità: le Femen hanno deciso di protestare contro questa apertura, come riporta il Corriere della Sera. Donne a seno nudo con le scritte: "Life in plastic it's not fantastic", parafrasando una canzone degli Aqua molto in voga negli anni '90, ma anche Barbie bruciate sulla croce per ribadire, da parte delle femministe, una questione antica come la nascita stessa della bambola: la Barbie svilisce il ruolo della donna propagandando modelli femminili tradizionali e a forti connotazioni maschiliste?

Per le Femen, la Casa di Barbie, che si prepara a sbarcare in molte altre nazioni europee, rappresenta un vero e proprio inferno declinato in tutte le tonalità di rosa e invitano a favorire altri modelli per l'infanzia maggiormente indipendenti come Pippi Calzelunghe.

Ma il cliché che le Femen combattono non è un cliché a sua volta? Si tratta di una domanda legittima, dato che negli ultimi anni l'immagine della Barbie sta cercando di svincolarsi da quella della donna bella e destinata inevitabilmente alla cura della casa, spaziando tra le professioni che ormai sono diffusissime tra le donne in carne e ossa. Tanto più che in particolare in Germania esiste una Barbie che assomiglia alla cancelliera tedesca Angela Merkel, e una bambola più femminista di così, che incarna la donna più potente al mondo insieme alla Regina Elisabetta, è davvero difficile da immaginare.