Un bel retrogusto horror. È quello che lascia sul palato del lettore di fumetti l'albo di maggio di Dampyr, dal titolo "Serata al Grand Guignol" firmata da Mauro Boselli e Alessio Fortunato, rispettivamente sceneggiatura e disegni.

La storia è ambientata a Parigi: centro della narrazione è il Grand Guignol, un teatro che in passato era stato scenario delle opere più truculente. Ma tutto è cambiato, è cambiato il pubblico ormai avvezzo alla violenza e quindi abituato a smascherare la finzione scenica, sono cambiate le opere teatrali che pure poggiano su un sostrato antico.

Le opere messe in scena non fanno più paura, ma divertono semplicemente. Così, sul destino del teatro compare un personaggio desideroso di diventarne regista, e starà a Harlan e Angelique capire cosa sta accadendo dopo il primo omicidio perpetrato in diretta sul palcoscenico. Non sveliamo altro sulla trama, dato che "Serata al Grand Guignol" è un albo che riserva moltissime sorprese interessanti, tutte da leggere.

I punti di forza di questo albo sono sicuramente i testi e i disegni condotti con maestria da Boselli e Fortunato, che incantano attraverso un connubio davvero raro. Soprattutto quando si parla di avventure seriali, per cui spunta sempre il luogo comune da parte di qualche lettore, secondo cui "le prime avventure erano le migliori", un po' come si fa con la musica o con il cinema: ci sembra sempre che i primi lavori siano i migliori.

I punti di debolezza: in realtà ce n'è solo uno. In pratica, nel momento del climax, vi sono un po' troppi rimandi ad altri albi di Dampyr, il che premia il lettore fidelizzato, ma non colui che acquista il fumetto una volta ogni tanto, rendendo la lettura di quel punto abbastanza oscura a neofiti e lettori occasionali.