Il carnevale 2015 è alle porte: parate mascherate, coriandoli e dolci super calorici, ci aspettano. Ogni città e paese presenta una festa diversa, quasi sempre si perde nella notte dei tempi. Per questo abbiamo deciso di andare alla scoperta dei carnevali meno noti, ma pur sempre affascinanti. Nella nostra guida vedremo quello tirolese, per poi andare in Sardegna, a Mamoiada tra le pendici del Gennargentu.

Carnevale 2015 Tirolo: date e eventi

Il Tirolo, non è solo mercatini di Natale, come ogni anno la regione alpina si prepara nell'organizzazione di una festa coloratissima e affascinante.

Personaggi con maschere intagliate in legno, sono i veri protagonisti della festa. L'appuntamento più importante è caratterizzato con il corteo di Schleicherlaufen, Patrimonio dell'Umanità per lo splendere dei suoi costumi. L'edizione del 2015 cade il 1 febbraio prossimo, per l'occasione ci saranno più di 500 partecipanti. Un'altro appuntamento da non perdere, è quello del 15 febbraio con la cavalcata di Wempler. La tradizione mette a confronto dei cavalieri che rappresentano l'inverno e la primavera. Il tema centrale è il cambio di stagione, dopo un lunga stagione invernale.

Carnevale 2015 a Mamoiada nel cuore della Sardegna

In gran parte dell'isola, il carnevale è un evento sentito da quasi tutta la comunità.

Quello di Mamoiada, è sicuramente uno dei più antichi. Situato in una delle zone più belle della regione, ogni anno attira migliaia di turisti. Le maschere tradizionali sono i Mamuthones e gli Issohadores. Tra i due protagonisti c'è una sostanziale differenza: i primi sono vestiti di pelli ovine, la maschera costruita di legno d'ontano ha un'espressione impassibile.

Sulla schiena portano dei campanacci '' sa carriga'', dal peso di 30 chilogrammi. Gli Issahaodores invece, indossano una giubba rossa, camicia in lino, e calzoni bianchi. La sfilata delle due maschere è un vero rito: dove i Mamuthones ordinati in due file parallele vengono accompagnati dagli Issohadores, che improvvisamente lanciano la loro fune per catturare gli avversari. Secondo alcuni storici, il rito è una rappresentazione dei mori prigionieri catturati dal popolo sardo dell'entroterra.