Si è conclusa ieri, 27 febbraio, a Chieri, nella cucina centralizzata della Camst - ristorazione italiana,che preparapastiper le scuole e presto ancheper gliospedali di Torino,partendo dal Gradenigo, la tre giornidel giornalismo alimentare. È stata una mattinatasulla trasparenza, quanto mai importante per evitare di creare facili allarmismi nei consumatori. Perché come ha detto Silvia Gallina dell'Istituto zooprofilattico Piemonte, Liguria, Valle d'Aosta, in Italia ogni crisi alimentare viene trasformata in scandalo, con una media di uno all'anno.

Allarmismo alimentato dai media e dai social, come hanno evidenziato il docente di Scienze della Comunicazione Peppino Ortoleva e il duo Michelizzi-Puente del sito"Bufale.net". Pericoloso, soprattutto, quando la comunicazione è diretta a persone deboli come malati e bambini. Secondo Claudio Marsili, direttore della Camst Piemonte e Liguria, alla qualità dei prodotti e alla sicurezza alimentare deve corrispondere un'adeguata informazione.

A volte sono le materie prime a finire nel mirino, come l'orzo alla base delle birre tedescheo l'olio di palmacontenuto nella Nutella, ma si tratta di bufale che prima o poi vengono smascherate. Il fatto è che, come hanno spiegato alla lezione “Tra cancri immaginari e vermi improbabili”, la notizia viene data solo quando l'emergenza è cessata e su questi falsi allarmi specula la concorrenza straniera.

Lo sa bene Raffaele Guariniello che, da giurista, ha spiegato quali sono i reati alimentari, ma per lui le indagini sono state d'obbligo, così come lo sono stateper i Nas da lui coordinati, sul caso per esempio delle mozzarelle blu, colorate da un pesticida. Allo stesso modo derivava da un diserbante l'alterazione della Nutella.Si è trattato di sostanzechimichecheaccidentalmente si trovavano negli alimenti, come nel caso delle bufale e delle mozzarelle.

Bufale animali, questa volta, e non bufale notizie che dal web passano alle redazioni, ma come ha riferito Mimmo Vita dell'Unione giornalisti agroalimentari, l'Italia è il Paese dell'Ue dove ci sono meno contraffazioni.

La formazione agroalimentare in Piemonte

Le giornate dell'Ordine del giornalisti del Piemonte sono state solo tre, non una miriade come quelle che hanno preceduto Expo 2015, ma sono state di alto livello.

La ragione, come ha detto Carlin Petrini, presidente di Slow Food alla lezione inaugurale, è che mai come adesso la comunicazione alimentare è schizofrenica e lo rimarrà fin quando il giornalista alimentare non si occuperà di sociologia, economia, di sostenibilità, di agricoltura e produzioni, e non solo di gusto.

Tante le presenze di rilievo alla tre giorni piemontese come Giuseppe Lavazza, vice presidente dell'omonima azienda, Rosanna Massarenti direttrice di Altroconsumo, Paolo Marchi di "Identità golose", Gigi Padovani scrittore di un fortunato libro sul cioccolato, Marco Richettoche tutti conoscono come Rayden, Roberto Rabachino dell'Associazione stampa agroalimentare e Clara Velez Fraga del dipartimento comunicazione della Fao -fame nel mondo- secondo la qualela sicurezza alimentare non sta tanto nella comunicazione, quanto nell'aver da mangiare tutti i giorni.

Prossimamente sarà addirittura il Ministro della Cultura, Dario Franceschini,ad inaugurareil Festival della Tv e dei Nuovi Media a maggio a Dogliani nelle Langhe, terra del tartufo, delle nocciole e del Nebbiolo. Altro che concept food o apericena, tanto criticati dai buongustai che hanno sottolineato che bere vino fa bene, senza ovviamente esagerare, come ha puntualizzato Attilio Giacosa dell'Osservatorio nazionale vino e salute.