Mentre le condizioni del pluricampione tedesco Michael Schumacher restano stabili, si continua ad indagare sulle possibili cause dell'incidente, a parlare è adesso il magistrato che ha ufficialmente dichiarato che la pista così come gli sci non possono essere ritenuti responsabili nè influenti nella dinamica.
Schumacher, la mattina dell'incidente, stava attraversando un punto di collegamento tra la striscia rossa e la striscia blu, a ben 1700 metri di altezza; sotto i suoi piedi c'era una zona non lavorata da cui affiorava dal terreno una roccia in cui gli sci del campione sono incappati facendolo volare fino ad atterrare su una seconda roccia, a 8 metri dalla pista.
Non sono servite le prove video nè le testimonianze per ricostruire l'accaduto, i fatti sono stati elaborati secondo i racconti dell'entourage e degli amici e familiari del pilota; resta quindi difficile riuscire a classificare quali comportamenti hanno influenzato l'incidente, forse una disattenzione, un'imprudenza del campione stesso, o una serie di sfortunate circostanze.
Ma amici, familiari e i suoi milioni e milioni di fan non cercano più spiegazioni ritenendole secondarie allo stato del pilota; si parlava di un risveglio imminente, ma recentemente la testata tedesca Focus ha parlato della possibilità che Schumacher resti in coma per ancora molto tempo.
Nonostante ciò bisogna attenersi ai risvolti ufficiali e, in attesa di un nuovo bollettino medico che ci aggiorni, alle ultime indicazioni dei medici che confermano le condizioni critiche, ma stabili di Micheal Schumacher.