Viso scavato, volto rigato dalle lacrime e voce tremante, è un Fabrizio Corona inedito quello apparso ieri sera in un video mandato in onda a Quarto Grado nella puntata di venerdì 10 ottobre. La trasmissione di approfondimento giornalistico, condotta da Gianluigi Nuzzi, si è soffermata sulla vicenda relativa alla condanna di Corona. Due anni già scontati, altre sette da scontare, avvicinato da una telecamera prima dell'udienza tenutasi il mese scorso, Fabrizio Corona si è sfogato ai microfoni del giornalista. L'ex re dei paparazzi chiede giustizia, giustizia per l'ingiustiza di una condanna, quella a nove anni di carcere, che sta scontando con dignità, a fronte di tanti che, pur commettendo reati peggiori, non hanno ottenuto lo stesso trattamento

La richiesta di grazia per Fabrizio Corona

Quando si parla di lui, molto spesso si assiste a pareri contrapposti: c'è chi lo difende e chi no.

Ma in questi giorni, al grido di aiuto, e alla richiesta di grazia da parte della madre di Fabrizio, Gabriella Corona, si sono aggiunte altre voci. L'ultima in ordine di tempo riguarda Adriano Celentano che, con una lunga lettera, ha fatto sapere la sua opinione riguardo ad una condanna, ritenuta dal molleggiato, oltremodo ingiusta. Celentano non è da solo, prima di lui Fiorello e Travaglio si erano espressi a riguardo. Anche sui social network i fan del paparazzo si stanno mobilitando. Innocente o colpevole? Condanna meritata o non meritata?

La condanna

Il video di ieri ha mostrato un Fabrizio Corona inedito, colpa di una pena dura che sta scontando nel carcere di Opera, in compagnia di altri condannati.

Sulla testa di Corona pende la nomea di essere "un criminale senza scrupoli", così è stato scritto nella sentenza depositata dalla Suprema Corte. Nove anni da scontare che, forse, diminuiranno in virtù dei benefici carcerari di cui Fabrizio Corona potrebbe usufruire. E' lui stesso ad essersi definito, nel video trasmesso dalla trasmissione Quarto Grado, un detenuto modello che sta scontando con dignità e rispetto la sua pena, seppur considerata ingiusta. Chissà che la richiesta di grazia per lui non venga accolta.