Sono passati già quarant'anni dal primo film sul ragioniere più sfigato d'Italia: Ugo Fantozzi. Il quale incarnava, in modo estremo, la mediocrità degli italiani, la loro ipocrisia verso i colleghi, la ruffianeria nei confronti dei potenti. Insomma, i pregi e i difetti della classe media del Bel paese. Ne seguirono tanti altri, ognuno dei quali ha rispecchiato il periodo storico in cui è uscito. Una carrellata di film dal 1975 al 2000. Uno studio antropologico fatto Cinema su un quarto di secolo della nostra Italia.
Interpretato sempre da Paolo Villaggio
A interpretare il mitico Fantozzi sempre lui: Paolo Villaggio. Che traspose su grande schermo un personaggio già interpretato per la Tv: il mitico Fracchia. Fantozzi è così entrato nel lessico collettivo con termini quali: fantozziano, la nuvola di Fantozzi, Come è umana lei, il mega direttore galattico, congiuntivi sgangherati quali venghi o vadi. Ad accompagnarlo nelle sue disavventure il collega Filini, unico amico e organizzatore di eventi che finiscono sempre in tragedia; la fedele moglie Pina e la figlia Mariangela, non proprio bella. E poi il suo perenne sogno erotico: la collega signorina Silvani. In occasione dei quarant'anni dal primo Fantozzi, Paolo Villaggio ha rilasciato un'intervista alla rivista Vanity Fair, nella quale ha parlato anche della moglie, degli amici e del collega concittadino Beppe Grillo.
Rivolgendo loro un pensiero alquanto spiazzante.
La moglie non era la donna giusta perlui
Alla domanda se la moglie Maura fosse stata la sua più grande fortuna, ha risposto con un secco 'Neanche per sogno. Però ci vivo da 60 anni, è la persona cui voglio più bene al mondo, più che ai miei figli. Ma non era la donna giusta per me'.
Quanto agli amici, afferma che solo con quelli dell’infanzia e dell’adolescenza ci sono veri rapporti di affetto. Mentre nel resto della sua vita ha trovato solo amici falsi, cresciuti all'apice della sua carriera ma poi spariti quando si sono presentate le prime difficoltà.
La stroncatura su Grillo
Infine, ha rivolto anche un pensiero sul collega originario di Genova come lui: Beppe Grillo.
Afferma che aveva fallito come comico e così si è messo a fare le serate, nelle quali ha urlato contro tutti per quindici anni. Aveva capito, secondo Villaggio, che la cosa che funziona di più è parlare male dei potenti. Ha dunque utilizzato la formula dei comizi, fino a formare un movimento (il Movimento cinque stelle, appunto) che rispecchia al meglio i 'sudditi italiani'. Quelli che affermano che tutti sono ladroni, ma senza poi ribellarsi mai davvero.
Insomma, quando parla Paolo Villaggio lascia sempre il segno. Proprio comequei film tragicomici sul ragionierFantozzi che ha interpretato per venticinque anni.