La battaglia ingaggiata da Selvaggia Lucarelli contro la pagina Facebook "Sesso Droga e Pastorizia" andava avanti da mesi. Il social di Mark Zuckerberg dopo le ripetute segnalazioni, ha accolto la richiesta di sospensione, non si sa se definitiva o solo temporanea, di tale pagina. La Lucarelli ha ringraziato Facebook con un post pubblicato sul suo profilo personale.

La querelle tra la Lucarelli e la pagina Facebook

Tutto parte nel settembre scorso, quando la nota blogger e giornalista accusa la pagina di diffondere alcuni link, che permettono di scaricare materiale pornografico, diffuso ad esempio dai cellulari di alcune ragazze ignare di tutto ciò.

La memoria va subito al caso di Tiziana Cantone, che si è suicidata nel settembre scorso o di Diletta Leotta, che pure è stata protagonista, suo malgrado, di un caso analogo, quando sempre nel settembre scorso un hacker ha diffuso in rete alcune foto senza veli della giornalista Sky.

Gli amministratori della pagina incriminata, da parte loro hanno sempre negato di avere una qualche responsabilità riguardo alla diffusione dei link. In particolare hanno sottolineato che la pagina non ha che uno scopo goliardico di puro divertimento fine a se stesso, e quindi proprio a motivo di ciò non va presa seriamente.

Evidentemente però il fatto che queste segnalazioni da parte dei comuni cittadini, ricevessero il supporto anche della nota blogger, ne ha aumentato il peso specifico contribuendo a far sospendere l'attività della pagina.

Inoltre per la Lucarelli tale gruppo diffondeva anche commenti offensivi, che andavano oltre il bullismo.

I commenti contro la Lucarelli

Intanto però Selvaggia Lucarelli, principale artefice della chiusura della pagina su facebook, ha ricevuto commenti di minacce via social. La giornalista ne ha dato prova pubblicando degli screenshot che lo dimostrano.

La blogger, a proposito delle logiche della rete, ha sottolineato che: "I social hanno dinamiche perverse e spesso fanno tirare fuori il peggio di sè, ma il problema dei gruppi è il senso di aggregazione che creano, facendo subentrare il meccanismo del branco".

Intanto gli amministratori della pagina che è stata chiusa, non si arrendono e anzi promettono a loro volta battaglia.

Questa la replica: "Tutti insieme siamo una famiglia. E non dimenticate che sul cadavere dei leoni festeggiano i cani, ma i cani restano cani e i leoni rimangono leoni". Insomma sembra che questo sia solo il primo round di una lunga battaglia, che potrebbe avere anche degli strascichi legali.