Quando si parla di Salute l’interesse degli utenti è legittimamente elevato ma il rischio sta nella fondatezza scientifica delle informazioni. Lo scrive Franco Stefanoni sul Corriere della Sera, che riporta un identikit del cospirazionista perfetto. A questo si aggiunge, come spesso purtroppo accade, la strumentalizzazione politica.

Sono questi gli elementi da cui bisogna partire per comprendere le reazioni che ci sono state dopo la puntata di Report sui vaccini e, in particolare, sul vaccino contro il Papilloma virus.

Una risorsa da non demonizzare

Il Papilloma virus è ampiamente diffuso e, in una percentuale limitata di casi, può portare a tumori. Si tratta di un virus presente in 120 differenti ceppi che si propaga prevalentemente per via sessuale. Secondo alcune stime, il 75% delle persone ne può venire in contatto durante la propria vita. I ceppi ritenuti più pericolosi sono tredici. Oggi sono disponibili due vaccini, il Cervarix, della Glaxo, attivo verso due ceppi (16 e 18) e il Gardasil 9, di Merck e Sanofi Pasteur, che estende l’immunità a nove genotipi (6, 11, 16, 18, 31, 33, 45, 52 e 58).

Secondo uno studio di Fase IIb-III effettuato su una popolazione di 14.215 donne (16 -26 anni) e pubblicato a febbraio 2015 su New England Journal of Medicine, il Gardasil protegge nel 96,7% dei casi.

I ceppi 16 e 18, contro cui entrambi i vaccini sono efficaci, sono quelli associati allo sviluppo di diversi tumori, collo dell’utero (90%), vulva (85%), vagina (80%), ano (90%) e, recentemente, anche del cavo orale e dell'orofaringe. Ovviamente parliamo delle forme correlate all’HPV (Human Papilloma Virus).

Sui vaccini, come su qualsiasi altro tema riguardante la salute, gli interessi in gioco possono essere tanti e non sempre legittimi.

La stessa Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) era stata messa in discussione quando aveva pubblicato dei dati sulla cancerogenicità delle carni rosse o dopo gli annunci di possibili epidemie, costringendo gli Stati ad impegnare risorse pubbliche in campagne di prevenzione. Non per questo la OMS deve essere criminalizzata ma resta del tutto legittimo andare a valutare con attenzione le informazioni che una fonte così autorevole dirama.

Un attacco ingiustificato e fazioso

Il programma di Sigfrido Ranucci ha avuto il merito di dare voce alle varie posizioni e sensibilità sui vaccini, evidenziando alcune lacune nella rete delle segnalazioni di eventuali reazioni avverse. Che comunque rimangono eventi rari e quasi sempre reversibili. Poca cosa se paragonati ai danni che una stessa popolazione avrebbe subito se non fosse stata vaccinata. E questi sono dati ufficiali.

L'inchiesta di report riguardava in particolare la vaccinazione contro il Papilloma virus. “Nessuno ha mai messo in discussione l'utilità dei vaccini, anzi, all'inizio della puntata ho detto esattamente il contrario. Io ho fatto vaccinare mia figlia”, ha dichiarato Ranucci, ma l’inchiesta ha voluto dare voce anche a chi, sui vaccini, nutre delle perplessità.

In termini di salute, soprattutto se parliamo di cancro, l’attenzione è massima. La immediata fruibilità delle informazioni, di ogni tipo, deve fare i conti con un utente che spesso si informa con i 140 caratteri di un Twitter. Un programma di inchiesta giornalistica, come è Report, è il risultato di indagini e interviste che vanno oltre i cliché comunemente accettati o veicolati ad arte. Ogni volta che si affrontano argomenti “divisivi”, è legittimo attendersi qualche reazione negativa.

Quello che non è legittimo è il movimento di opinione, soprattutto su molti giornali, sollevato contro il programma. Con toni da sfida finale, e da chi si sente depositario di una verità assoluta. Eppure, in questo caso, lasciano perplessi le posizioni di AIFA, ISS e Ministero della Salute che, invitate a partecipare al programma, hanno declinato l’invito salvo poi essere in prima fila a muovere le critiche.

Un’occasione mancata per fare chiarezza su questo tema.

E poi bisogna fare i conti con i cospirazionisti, coloro che vedono un burattinaio dietro ogni cosa. Lo scrive Franco Stefanoni sul Corriere della Sera, delineando un preciso identikit di chi è sempre in contrasto con la scienza ufficiale: gli sbarchi sulla luna mai avvenuti, le scie chimiche come veicolo di inquinamento, il metodo Stamina ostacolato dalle lobby del farmaco mentre i vaccini, che fanno male, vengono promossi dai poteri forti. Difficile orientarsi in questo scenario. Unica bussola è la verità scientifica da cui non bisognerebbe mai prescindere.