"Una puntata faticosissima", così l'ha descritta Massimo Giletti al termine della sua nuova "Non è l'Arena", lo show targato La7 sulla falsa riga di quello un tempo di casa a Raiuno. Effettivamente, chiunque si sia sintonizzato sulla rete di Urbano Cairo intorno alle 22.30, si sarà accorto della difficoltà incontrate da parte del conduttore nel mandare avanti la trasmissione con toni civili e pacati. Questo, ovviamente, non è successo, specialmente nell'ultima parte del contenitore, dedicato al caso Spada: come sappiamo, la famiglia si trova ora nell'occhio del ciclone, dopo la testata rivolta da Michele Spada al giornalista di Nemo.

Tuttavia, Giletti ha saputo governare una nave che avrebbe potuto affondare da un momento all'altro. In studio, come ha ribadito il giornalista, non vi erano politici. In realtà, a gettare sale sulla vicenda Spada, e a spiegare l'escalation che ha portato la famiglia del litorale romano agli onori della cronaca (e della giustizia) ci hanno pensato il Magistrato Sabella e la giornalista di Repubblica Federica Angeli. Proprio la cronista del quotidiano diretto da Ezio Mauro è costretta da mesi a vivere sotto scorta; in una sorta di trincea, poichè la donna continui a vivere ad Ostia assieme ai suoi figli. "Non voglio dargli la soddisfazione di andarmene, voglio rimanere nel luogo dove vivo" ha sostenuto la coraggiosa reporter.

Effettivamente, una volta spiegate alcune delle minacce rivoltele da alcuni membri della famiglia Spada, i toni si sono subito alzati. "Ho ricevuto minacce ai miei figli" ha riportato la Angeli. Ma è proprio quando apprende la circostanza dalle minacce ai figli della reporter, che Massimo Giletti si infuria, contestando a Spada, collegato da casa sua, quanto sia grave la circostanza.

"Sappiamo che anche la mafia siciliana lo faceva, è da vigliacchi" sbotta il conduttore rivolgendosi al rappresentante della discussa famiglia. Lui non ci sta: esplode, ringhiando sulla telecamera tutto il suo imbarazzo "Questo non si deve permettere di dirmelo Giletti, io ho tre figli". Giletti, dopo un attimo di esitazione, riprende la parola spiegando di aver utilizzato un paragone per far comprendere che "anche Cosa Nostra lo faceva regolarmente", e che in sostanza, i toni utilizzati dalla famiglia del litorale romano non sarebbero poi così distanti da quelli del clan siciliano.ù

Domenico Spada però non si arrende, ma sopraggiungono alcuni inconvenienti tecnici nel collegamento, che lasciano l'ex campione di Pugilato senz'audio.

I tecnici di La7 dunque, sono costretti a far chiamare Spada in trasmissione, mentre l'atleta continua nella sua confusionaria arringa inquadrato nel salotto di casa sua mentre impugna il telefonino."Abbiamo denunciato anche dei Carabinieri" ricorda a più riprese l'uomo, sorprendendo un po' tutti in studio. Poi arriva anche l'inevitabile scontro con la Angeli, la quale aveva preferito non interloquire con l'atleta durante tutta la trasmissione. Poi però, spinta forse da uno scatto d'orgoglio e di paura, riesce a trovare le parole per rispondergli "Ci vediamo in tribunale, Spada". L'ex Campione di Boxe, collegato dalla sua abitazione, non ci sta ed inizia a sbandierare alla telecamera il faldone degli atti processuali che riguardano la sua famiglia.

"Noi siamo puliti, siamo ancora incensurati". Giletti sottolinea che anche Domenico è stato condannato in una sentenza di Primo Grado "Noi, fino all'ultimo grado di giudizio, rimaniamo però garantisti" chiosa il conduttore. Spada ringrazia, ma alla fine, con il suo intervento, non si è certo andati a smussare quelle perplessità e quell'indignazione dopo l'aggressione al giornalista di Nemo, e tutti i fatti criminosi che hanno contribuito a sciogliere per mafia il Municipio di Ostia.