Il 10 dicembre è stata la giornata mondiale dei diritti umani ma anche degli animali e la sera precedente, la popolare trasmissione di Italia Uno Le Iene ha trattato, tra i tanti interessanti argomenti, anche la vicenda dolorosa e inspiegabile di Jako, un bellissimo husky siberiano di 7 anni.
Jako e la sua padrona (una signora disabile di 87 anni) vivevano a Brindisi facendosi compagnia l'un l'altro. Jako, come racconta nel servizio il figlio della donna, era un cane allegro e amava giocare con tutti, anche con gli sconosciuti incontrati per strada.
Una sera, però, qualcuno ha pensato di legarlo al balcone, cospargerlo di benzina e bruciarlo vivo. Il motivo del gesto è tutt'ora ignoto così come la 'persona' che l'ha compiuto.
Jako, purtroppo, ha lottato contro ustioni gravissime mentre veniva curato in ogni modo dai veterinari ma ha smesso di vivere dopo qualche settimana perchè troppo debole per le gravissime ferite riportate.
L'ignobile gesto e l'intervista al presunto indicato come colpevole dai cittadini
Nonostante non ci sia nessuna certezza sul motivo del gesto (qualcuno dice che Jako abbaiasse troppo e disturbasse i vicini) e sull'assassino del povero cane, molti in paese si sbilanciano facendo il nome di un uomo di San Pietro Vernotico (Brindisi).
La Iena Alessandro Politi ha intervistato questa persona (senza fare nomi e senza mai inquadrarlo in volto) ed ha poi sottoposto l'intervista al criminologo, esperto di crimini su animali, Marco Strano.
Sottolineando ancora che non vi è alcuna certezza sulla colpevolezza dell'uomo, il criminologo ha, però, individuato nelle sue parole un sostanziale tentativo di dissipazione della realtà e lo stesso esperto dichiara che l'uomo sa molto di più di quello che dichiara.
Queste, infatti, le parole del presunto colpevole: "Mi hanno detto che ha preso fuoco però non so", "con me luce non ne fate" e "la gente la portano anche alla disperazione così!".
Davanti alle telecamere, comunque, l'uomo si dichiara innocente e cerca di minimizzare, invitando anche la Iena a casa sua. Quando, però, l'inviato di Italia Uno si presenta effettivamente a casa viene cacciato e insultato.
Da quello che si è appreso qualcuno si è introdotto nella casa dove si trovava Jako, lo ha legato e gli ha dato fuoco (mettendo anche un armadietto contro la porta per impedire al cane di fuggire). Poche settimane dopo il cuore di Jako ha smesso di battere in una clinica veterinaria di Bari dove il cane era stato trasferito per essere sottoposto a un intervento chirurgico. "Voglio che il colpevole sia assicurato alla giustizia, è un dolore assurdo per tutti noi, il cane era buonissimo e dava fastidio solo perché abbaiava molto, chi si lamentava però poi veniva da me e tutto si risolveva" dice, tra le lacrime, il padrone di Jako.