Silenziosi, rispettosi, ma anche coloratissimi con i capelli tinti, la vernice sulle loro tute da lavoro, i fiori disegnati un po’ ovunque: fiori e colori, simboli della cultura rave. Erano diverse migliaia – i presenti dicono almeno 20mila – i fan che hanno voluto tributare il loro ultimo saluto a Keith Flint, il cantante e fondatore dei Prodigy, morto suicida il 4 marzo scorso nella sua tenuta di campagna di Braintree, nell’Essex.

Qualche giorno dopo la morte dell’amico e collega, i suoi tre compagni della band, Liam Howlett, Maxi e Leeroy Thornhill avevano pubblicato un tweet nel quale rivelavano che il funerale si sarebbe tenuto il 29 marzo nella sua città di residenza: la cerimonia in chiesa sarebbe stata riservata ai funerali, ma nulla vietava ai fan di salutare Keith nel suo percorso verso il cimitero della cittadina.

“Raise the roof for Keef”, era scritto sul messaggio, altro gergo tipico di rave e techo.

Almeno 20mila fan presenti all'ultimo saluto all'artista

E i fan hanno risposto con un entusiasmo e un’emozione commovente: per tutta la durata delle esequie sono rimasti in silenzio fuori dalla chiesa di St.Mary, ascoltando la funzione diffusa dagli altoparlanti, poi quando il feretro è uscito lo hanno applaudito a lungo. La maggior parte si è posizionata ai bordi della strada, ma tanti hanno seguito il corteo di amici e familiari per le tre miglia fino al cimitero della cittadina. La maggior parte si è presentata come a un concerto dei Prodigy: tatuaggi e piercing in vista, fiori, costumi, maschere, ricalcando quello che è stato lo spirito interpretato dal personaggio di Flint che ha sempre giocato su eccessi, trasformismi e un culto della trasgressione spesso aggressivo.

Quasi ovunque le bandiere britanniche con la formica rossa, il simbolo dei Prodigy, i vessilli dei pirati e gli smile gialli, altra immagine di rave e techno, uno dei quali realizzato in crisantemi e rose è stato posizionato sul carro. Flint è stato vestito per il suo ultimo viaggio con uno dei suoi abiti di scena, si dice che dentro la bara sia stato chiuso anche il maglione bianco con strisce e stelle di “Firestarter” che lo aveva reso celebre e che il cantante aveva conservato.

La bara è stata portata a spalla a turno dai suoi colleghi e amici. Sopra di essa il suo microfono verde fosforescente, un altro dei suoi simboli.

Un carro trainato da cavalli neri per Flint

Curiosamente, l’ultimo addio a uno dei re della trasgressione è stato invece quanto di più tradizionale si possa pensare per un funerale in Inghilterra: il feretro, fuori dalla chiesa, è stato caricato su un carro nero d’epoca trainato da quattro cavalli neri e condotto da personale in elegante livrea nera e tuba.

Da quanto si è saputo Flint non ha lasciato espressamente ultime volontà o, se lo ha fatto, ha chiesto che non venissero divulgate. Non è un mistero che Flint stesse attraversando un drammatico periodo di depressione dopo la decisione di sua moglie, la dj e produttrice giapponese Mayumi Kai (che è molto popolare con il suo nome d’arte di Gedo Super Mega B*tch al quale aveva aggiunto una seconda personalità artistica, quella di Mrs. Flint) di separarsi. C’era anche lei ai funerali, devastata e in lacrime, sempre insieme agli altri componenti della band: lei e il compagno erano in crisi da tempo e da un anno Mayumi aveva deciso di lasciare la Gran Bretagna e tornare in Giappone. L’elogio funebre è stato letto dall’attore Paul Kaye, un buon amico del cantante che ha parlato raccogliendo i ricordi dei suoi compagni e in particolare di Liam Howlett che gli era legato come un fratello.

“Hai vissuto la tua vita come volevi, sulla lama di un rasoio, sei stata un’antistar, un pirata, un sovversivo che scuoteva l’anima, il corpo e le arene con la sua energia: non potevi andartene come una persona normale e, anche se questa cosa ci devasta, sappiamo come eri, e forse possiamo addirittura capire”, ha detto Kaye in chiesa. Tantissimi i musicisti e le star presenti, ma ad impressionare è stata proprio la folla delle persone normali che amava questo punk di 49 anni così sicuro sulla scena ed evidentemente così fragile nella sua vita privata.