Carlotta Savorelli è una vocalist, conduttrice tv, animatrice, speaker radio, presentatrice di eventi e concerti. Per due anni ha condotto, su SportItalia, la trasmissione televisiva Rallydreamer. Inoltre ha presentato eventi di musica italiana sulle Cascate del Niagara.

Carlotta, nell’attesa di ripartire con gli eventi e le serate in discoteca, ha accettato di rispondere a una serie di domande in esclusiva per BlastingNews.

Carlotta: ‘La solitudine spaventa, ma se impariamo ad amarla, diventerà la nostra migliore amica’

Ciao Carlotta, come stai trascorrendo questo periodo di passaggio dalla fase 2 alla fase 3 dell’emergenza sanitaria?

“Vorrei partire dal presupposto che mi reputo una persona fortuna perché ho la gioia di avere una casa con il giardino, con accanto la famiglia. Quindi, ho sofferto molto poco l’isolamento forzato. Personalmente non trovo molta differenza tra la Fase 1, 2 o 3 nella mia routine giornaliera. Tecnicamente mi sento libera di vedere qualche amico, ma non sto frequentando molto il mondo, nonostante si possa uscire. Sono sempre stata una persona che ama vivere la propria casa in solitudine, e tra un viaggio e l’altro di lavoro ho costantemente ritagliato momenti di isolamento per ricaricarmi. Ora, a differenza del pre-Covid, mi sento solo professionalmente in un limbo di attesa”.

Un tuo particolare ricordo o riflessione sulla fase di lockdown?

“Nei miei giorni di lockdown, famiglia a parte, ho avuto il piacere di condividere tutte le mie avventure e disavventure domestiche con il mondo social. Non so spiegare quanta compagnia ci siamo fatti in quei 70 giorni di reclusione. Sicuramente, svetta nei ricordi la prima volta che la mia nipotina di 2 anni ha detto il mio nome.

Ma se ci interfacciassimo con il social non potrei non menzionare la musica (Mama Africa, in primis), le storie piccanti delle dirette notturne o il frigo che è passato a miglior vita. La riflessione invece: siamo fatti di condivisione più di ogni altro essere vivente. La solitudine spaventa, ma se impariamo ad amarla, diventerà la nostra migliore amica”.

Parlaci del tuo rapporto con la musica

“Per me la musica è aria. Riesce a ricaricare le mie energie, ha il potere di portarmi in ogni luogo, ad azzerare il tempo, può farmi piangere o ridere fortissimo. Da quando avevo 15 anni, la musica, ha fatto parte del mio quotidiano. I miei genitori sono stati sicuramente parte integrante della mia crescita anche sotto questo aspetto. Poi, se ci pensiamo, tutto è musica: anche i suoni della natura hanno poteri magici indescrivibili. Bisogna saper ascoltare, però”.

Come immagini le discoteche alla riapertura?

“In questo momento ci troviamo nella fase in cui il governo fa slittare l’apertura al 14 luglio, lasciando alle regioni la possibilità di anticipare.

Ora come ora, Emilia Romagna e Veneto hanno anticipato al 19 giugno, ma con delle stravaganti regolamentazioni per la sicurezza. Conosco molto bene il settore in cui lavoro ed è impensabile che le persone possano mantenere i 2 metri di distanza nella pista da ballo. Anche se li mettessimo nelle gabbie sarebbe inutile. Purtroppo, la discoteca viene sempre associata ad un luogo di perdizione, dove succedono cose immorali, ma non è così. Nel momento in cui una persona sceglie di andare a ballare è perché ha bisogno di non pensare, di regalarsi un momento di blackout mentale in cui ricaricare e ripartire l’indomani con la sua vita arricchito di nuove energie. La distanza sociale (che non voglio contestare perché non ne ho le competenze) non solo mantiene radicato a terra il pensiero del virus, ma limita l’essere umano nella condivisione di sé stesso.

Inoltre, aggiungo un dettaglio non da poco: le capienze dimezzate faranno sì che molti imprenditori non riaprano o che tengano al minimo il personale per riuscire a coprire le spese. Sai cosa significa questo? Che dei 90mila addetti ai lavori, il 50% rischia di non poter avere uno stipendio”.

A tuo avviso questa emergenza Covid-19 lascerà un segno sulla vita notturna?

“Da un lato sì, ma da un altro lato no. Il lato sì riguarda noi del settore… l’essersi sentiti abbandonati ha fatto in modo che si istituisse un sindacato di categoria che prima non esisteva. Questo mi auguro possa portare ad una tutela maggiore senza essere trattati come figli di un Dio minore. Mentre il lato no riguarda il pubblico.

Le prime serate saranno sicuramente piene di effetti wow… come lo è stato il primo caffè al bar dopo due mesi. Ma quando il terrore del virus sarà definitivamente sparito, si tornerà alla normalità”.

Quali emozioni o suggestioni provi quando sei tra la folla?

“Adrenalina all’ennesima potenza! Sono ormai 21 anni che opero in questo settore e seppure i nodi alla gola per l’emozione siano sempre meno, c’è la costante energia di scambio tra la consolle e la pista. Non esisteremmo se non ci fossero tanti sorrisi davanti a noi. Il nostro scopo è fare in modo che chi ha scelto quel locale, possa davvero tornare a casa rinvigorito, divertito, pieno di voglia di fare (dopo una bella dormita ovviamente!).

Quando calco palchi importanti, con migliaia di persone, vengo travolta da un vero e proprio tzunami di emozioni… come se sentissi l’adrenalina di ogni singola persona. Quando, invece, siamo in pochi intimi (400/600) persone allora diventa più un effetto di famiglia allargata… dove con lo sguardo ci si capisce!”

Raccontaci un episodio particolare o divertente che hai vissuto nel tuo lavoro

“In tanti anni ne sono successe di tutti i colori… tra le più emozionanti sicuramente c’è la condivisione della consolle con Erik Morillo… ero giovanissima ma si instaurò subito un grande feeling… I grandi si riconoscono per la loro umiltà, non c’è niente da fare! Uno divertente invece fu ad una manifestazione di motorsport (il famoso Motorshow).

Ero sul palco davanti a tanta gente e non so per quale motivo feci il famoso bagno di folla… hai presente quando vedi l’artista che si sdraia sulla folla sorretto dalle mani delle persone e viene trasportato per tutta la pista? Ecco, quello fu il mio primo e unico bagno di folla… ricordo come fosse ieri le palpate che ricevetti! I pizzicotti nel sedere costanti! Mentre navigavo sulla gente mi chiedevo: ma chi me l’ha fatto fare? Non credo capiterà più!”

Immagina per un istante di poter disporre a tuo piacere della macchina del tempo o della bacchetta magica. Tra i due quale sceglieresti e perché?

“Bella domanda! Da un lato sono tra quelli che sostengono di essere chi sono grazie alle esperienze che hanno fatto.

Quindi con la macchina del tempo non riuscirei a cancellare degli episodi, perché altrimenti oggi mi mancherebbero dei tasselli. Al contempo la bacchetta magica potrei usarla per sorpassare degli ostacoli con facilità… e un domani potrei non avere degli insegnamenti importanti di esperienza… Facciamo così: scelgo la bacchetta magica con la promessa di usarla solo per capire prima le lezioni della vita!”

Savorelli: ‘Credi in te fino ad essere fiero di ciò che stai facendo per il tuo bene e quello degli altri’

Ci vuoi descrivere un tuo particolare tatuaggio?

“Di tatuaggi ne ho fatti, finora, sette… I tre più significativi sono: la chiave di Sol sulla caviglia… inutile spiegarne il motivo, no? Poi ho una fenice stilizzata sotto al braccio destro, che mi ricorda sempre la fatica e la soddisfazione che ho avuto nel risorgere dalle mie difficoltà.

Ultimo, non per importanza, ma perché è il settimo: il simbolo del settimo chakra sulla spalla sinistra. Il chakra della Corona. Simbolo importante che mi riporta all’esordio del mio approccio con il mondo olistico e al reiki. Un percorso che mi ha cambiato in meglio la vita!”

Come è Carlotta?

“Carlotta è una persona normale con fragilità e punti di forza. Spesso insicura, spesso radicata sul suo essere. Sono stata tante cose in passato e credo ne sarò altrettante in futuro… Non riesco a fissare nel tempo un mio essere, è una costante evoluzione!”

C’è un aspetto del tuo carattere, che solitamente non traspare, ma di cui vuoi parlare?

“Talvolta vengo accusata di passare per arrogante o saccente. Questo è un commento che mi smuove moltissimo.

Ho sempre avuto la percezione di essere molto insicura, fin quando non ho iniziato a lavorare su di me e a scoprire talenti e limiti. Ho per anni navigato nei miei aspetti cercando di migliorarli tutti, ma è un lavorone che non so se finirò mai! Chi mi percepisce così, magari ha stimolato in me la sensazione di dovermi difendere o di dover affermare chi sono perché messa in discussione… Ma l’essere saccente non credo proprio faccia parte di me. So chi sono, cosa voglio e cosa non voglio… forse questo può spaventare chi ha ancora mille dubbi!”

Una cosa (anche in senso figurato) che vorresti buttare via e una cosa che vuoi tenere sempre più stretta a te?

“Una cosa che vorrei buttare via è l’attaccamento.

Io mi affeziono alle persone, ai locali, alle situazioni, alle esperienze e faccio davvero fatica a lasciarle andare senza stare male. Una cosa che invece voglio tenere stretta con i denti è la mia determinazione”.

Una cosa che ti fa proprio infuriare? E una cosa che trovi irresistibile?

“La cosa che mi fa più infuriare sono le bugie. Chi mi mente sta mancando di rispetto alla mia intelligenza ed è una cosa che mi fa arrabbiare moltissimo. Quando perdo la fiducia verso qualcuno non c’è più modo di recuperarla. Trovo irresistibile invece chi riesce ad evolversi, a capirsi, a scegliere un traguardo di soddisfazione e persevera nel raggiungerlo. Amo profondamente la comunicazione interpersonale, quindi trovo questo genere di persone una fonte inesauribile di conoscenza!”

Grazie per la tua disponibilità. In chiusura, c’è un consiglio che vuoi dare o una riflessione che vuoi esprimere?

“Dico quello che ripeto sempre a me ogni giorno… e durante il Covid ho cercato di dirlo ancora più spesso: credi in te. Punta un obiettivo e raggiungilo mantenendo salda l’etica e la morale. Credi in te al punto tale che, davanti allo specchio, tu sia fiero di ciò che stai facendo per il tuo bene e quello degli altri”.