Christian De Sica non ha paura del suo passato. Intervistato da Huffington Post il celebre attore italiano racconta la sua esperienza nel mondo dello spettacolo. Non rinnega di essere un "figlio di" e non ha affatto sentito il peso della popolarità del padre Vittorio.

Secondo il suo pensiero, infatti, se un artista ha talento si libera di questo peso. L'attore ha lanciato anche una riflessione sul mondo del lavoro di oggi, in cui la meritocrazia, a suo avviso, purtroppo non sembra esistere.

De Sica raccolta il rapporto con suo padre

Christian De Sica non ha mai vissuto in modo negativo la popolarità del padre Vittorio De Sica, considerato tra i più grandi attori di sempre del cinema italiano.

"A me ha aiutato moltissimo. Mi sono sempre vantato di avere un padre così, anche forse per come mi ha tirato su. Grande artista e insieme uomo molto semplice" ha affermato. De Sica ha poi parlato del mondo dello spettacolo odierno con particolare riferimento al mondo del lavoro. Secondo l'attore, a oggi, si è avvantaggiati ad essere figli d'arte perché è più facile muoversi nel settore.

Diverso è stato invece il caso del figlio regista di Christian, Brando, che soffrirebbe non poco questi legami. Gran parte della sua famiglia, infatti, proviene dal mondo del Cinema e dello spettacolo, incluso lo zio Carlo Verdone. "Deve confrontarsi sempre con tutta questa massa di persone. Si preoccupa per il fatto di dover essere in mezzo a tutti questi talenti".

'Stare in mezzo alla gente'

L'attore parla anche del suo rapporto con l'essere un personaggio famoso. Per De Sica non bisogna commettere l'errore che fanno molte star, quello di rinchiudersi nelle ville e frequentare un circolo ristretto di persone, come fatto da altri attori popolari come Gassman, Sordi e Tognazzi. "Per far ridere invece devi andare per strada, parlare con i giovani".

L'attore nei suoi film comici racconta quello che vede sempre nel presente.

"Per farlo prendo spesso la moto e giro per la città respirando quello che accade". Chi deve far ridere le persone "deve stare in mezzo alla gente". La deve sentire e ascoltare. Altrimenti resta condannato a raccontare il passato e il mestiere di comico non fa per lui.

Meritocrazia

Parlando più in generale del mondo del lavoro, De Sica constata con amarezza una dura realtà: “Viviamo in un Paese in cui la meritocrazia non c’è". Secondo l'attore questo aspetto non riguarda soltanto l'Italia ma anche il resto del mondo. Bisogna avere delle doti, ma allo stesso occorre anche fortuna. Bisogna cogliere le occasioni, prendere il treno giusto, anche se non sempre capiamo quando ci passa davanti.

Purtroppo in tante realtà lavorative esistono i raccomandati ma per lui non faranno troppa strada. Ammette di aver lavorato con "attori cani". Possono durare qualche stagione ma dopo un po' non riescono ad andare avanti. Per De Sica infatti anche se sei "il figlio di un potente" alla fine dei conti se non vali granché la gente al cinema non viene a vederti.