Lo scorso lunedì 7 giugno è andata in archivio la quindicesima edizione dell'Isola dei Famosi, vinta da Simone Paciello, in arte Awed.

Youtuber, scrittore e creator, Awed ha deciso di rilasciare una lunga intervista a Blasting News, in cui ripercorre la sua esperienza in Honduras e svela alcuni dei suoi sogni lavorativi.

'L'Isola sarebbe un reality perfetto se si facesse con la pancia piena'

L'Isola dei Famosi ti permette di vivere un'avventura unica. Che esperienza è stata?

"L'esperienza che non ti aspetti. Prima di arrivare, per assurdo, si tende a sottovalutare l'Isola: sei in un reality, in un programma televisivo e quindi non pensi che possa essere così forte.

Poi la vivi e cambia tutto. L'Isola è quel viaggio che non ti aspetti perché ti fa scoprire, ti fa arrivare nei meandri del tuo animo dove non ti eri mai spinto. Hai a che fare tutto il tempo con il tempo, sei costantemente con te stesso".

Ti sei definito un “ragazzo insicuro e paranoico, che gioca con l'ironia per sdrammatizzare”. L'isola è terapeutica, da questo punto di vista?

"È totalmente terapeutica perché, quando sei in circostanze simili, con poco cibo e con tutto quello che ne consegue, il cervello fa in automatico una classifica delle cose più importanti a cui pensare e, in questa classifica, paranoie e ansie tendono a posizionarsi nella parte bassa. Prima che l'avventura iniziasse avevo sempre ansia e mi facevo mille domande e paranoie.

Sull'isola, per 85 giorni, non ho mai avuto attacchi di panico. Paradossalmente un po' di ansia è tornata una volta conclusa l'Isola".

Da questo punto di vista quindi rimpiangi la vita isolana...

"Guarda, l'Isola sarebbe un reality perfetto se si facesse con la pancia piena".

Quindi la difficoltà maggiore sull'Isola, dal tuo punto di vista, non è stata di natura psicologica.

Era la fame?

"Ni. Secondo me l'aspetto più difficile è comunque quello psicologico. La fame ti spaventa perché non l'abbiamo mai patita veramente in vita nostra. Ma poi capisci che il corpo umano è una macchina perfetta, che puoi andare avanti mangiando 25 grammi di riso a pranzo e cena in quanto stomaco e fisico si adattano.

Sull'aspetto mentale ci devi lavorare di più. Quando ti autoconvinci che non ce la fai più anche il fisico crolla. L'isola, purtroppo o per fortuna, si gioca tutto di testa. La forza sta nel non spaventarsi quando vedi il deperimento fisico, perché i chili si riprendono tutti".

Hai avuto nel tuo percorso dei momenti in cui hai pensato di non farcela.

"Sì, intorno a metà percorso. Mi svegliavo al mattino e mi ripetevo: “Sono arrivato allo stremo delle mie forze, non ne posso più”. Mi stavo autoconvincendo. Quelli tra il 30 esimo e il 40esimo sono stati i giorni più difficili. Solo concentrandomi ho capito che l’unico modo per uscirne non era il lamento continuo, ma l’uso dell’ironia, che è la roba più semplice e più facile".

'Sono stato il naufrago meno naufrago di tutti'

Dopo aver vissuto quasi tre mesi in un’Isola, quanto è stato duro il rientro alla vita “normale” in Italia?

"In realtà è un viaggio che dura 85 giorni ma che parte molto prima. Bisogna tenere conto dei 20 giorni di quarantena che fai prima, tra Milano e l’Honduras. Io ho chiuso casa il 21 di febbraio e il reality è iniziato il 15 marzo. L’Isola, per assurdo, a un certo punto diventa abitudine: io mi sono spaventato quando di notte tutti i sogni che facevo erano ambientati sull’isola. La mattina mi svegliavo e non mi meravigliavo più di trovarmi in costume su un’isolotto. Hai la consapevolezza di dove sei e non ti fa più strano, ma proprio il fatto che non ti faccia più strano alla fine ti fa strano.

Arrivata la finale, dopo la proclamazione, sei catapultato di nuovo nella realtà e questo ti stranisce. Mi sento ancora molto spaesato e mi ci vorrà del tempo".

Molti hanno notato il tuo stupore dopo la proclamazione della vittoria. Non avevi mai pensato di poter essere tra i papabili vincitori?

"Per i successivi 10 minuti dalla proclamazione ho detto solo la frase "non ci credo”. Era la mia reazione più spontanea e sincera perché non mi aspettavo di vincere. Mi sono sempre ritenuto un eterno secondo perché nella vita arrivavo sempre a un passo dalla vittoria, senza però riuscire a trionfare. Nella vita tendevo sempre a essere quello felice per gli altri. Essere per una volta colui che ce l’ha fatta mi ha sorpreso.

Il fatto di vincere mi ha dato molta più consapevolezza. Vincere un reality così, forse, ti rende invincibile".

La tua vittoria ha abbattuto un cliché. Nel programma, solitamente, arriva alla fine chi riesce a reggere meglio fisicamente e chi ha più prestanza fisica per vincere le varie prove. Tu hai perso tantissimi chili, 20, e hai spesso faticato nei giochi. Nonostante questo hai comunque vinto. Pensi di aver creato un nuovo identikit di naufrago?

"Io sono sempre stato coerente. Il giorno in cui sono arrivato mi sono detto: “Non venderti per ciò che non sei, non fare il Raz Degan di turno perché non non saresti in grado”. Solitamente, poi, faccio l’opposto di quello che si chiede: a 15 anni, quando iniziavo a fare i video, i miei coetanei erano tutti in giro a conoscere persone mentre io ero chiuso nella mia cameretta.

Mentalmente mi piaceva l’idea di fare l’opposto di quello che facevano gli altri. Ho cercato di portare questa mia attitudine anche sull’Isola. Ci è voluto un po’ e sono sicuro che, inizialmente, questa cosa anche da casa può essere stata vista con un po' di scetticismo. Ho cercato di raccontarmi dal punto di vista umano: volevo che uscisse fuori era il mio lato ironico e comico, perché la tv per me era una grandissima opportunità. Sono stato il naufrago meno naufrago di tutti, ma abbiamo finalmente capito che quello che arriva a casa è il sentiment e sono felice che quello che sia stato premiato da casa è stato l’aspetto umano. Che poi, fisicamente sono quello che ne è uscito più deperito di tutti: sono stato il più 'survivor' fra i naufraghi.

'Survivor' significa letteralmente sopravvivere e lo puoi fare in due modi: dandoti da fare o stando fermi cercando di non morire. Io ho scelto la seconda strada".

In molti hanno paragonato il tuo percorso nell’Isola a quello effettuato da Tommaso Zorzi nel Grande Fratello. Entrambi venivate dal mondo del web, tutti e due avete vinto un po’ contro ogni pronostico. Cosa pensi di questo paragone? Ti vedi nelle vesti di un possibile opinionista, seguendo un po’ il percorso che sta seguendo Tommaso?

"Quello di me e Tommy è un percorso molto simile. Entrambi abbiamo vinto i due reality di punta di Mediaset, anche se non sono paragonabili. Per quanto io possa aver fatto 3 mesi su un’isola deserta, a livello mentale 6 mesi isolato in una casa ti destabilizzano tanto quanto.

Abbiamo entrambi vinto contro ogni pronostico. La vittoria di Tommy poteva essere un caso, ma con la mia vittoria… Sai come si dice: due indizi fanno una prova. Secondo me la tv, oggi, guarderà i personaggi del web con un occhio differente. Non più come coloro che spostano masse di ragazzini per generare numeri ma come persone che alla base hanno un talento. Se siamo seguiti un motivo ci sarà. Tommaso, poi, è molto bravo come opinionista, ma io mi ci rivedo poco in questi panni perché la discussione non riesce a farmi essere me stesso e diciamo che, per questo, mi vedo poco nelle vesti di opinionista".

'Vera è stata la prima a scrivermi'

Vera ha avuto un ruolo importante nel tuo percorso. Ti ha fatto le congratulazioni per la vittoria?

"È stata la prima a scrivermi. Ha provato a videochiamarmi poco dopo la vittoria, ma soffro di ansia di messaggi su Whatsapp. Immagina il carico di messaggi che mi è arrivato dopo la finale…Sto cercando mano a mano di rispondere a tutti. A Vera mi sono ripromesso di chiamarla, ma voglio farlo quando ho del tempo mentale da dedicarle. Voglio farlo per bene perché è stata una persona davvero importante per il mio percorso. Nella parte iniziale Vera e Awed venivano associati quasi come se fossero un’unica persona".

Nelle settimane finali, il mondo del web si è mobilitato per supportati. In tantissimi hanno fatto appelli affinché la gente potesse votarti. Ti ha fatto piacere? Pensi che possano aver visto in te una sorta di ‘apripista’?

"È la cosa che in assoluto mi ha fatto più piacere. Il web è la cosa più umana al mondo. Tutti sono loro stessi, senza che nessuno scriva o pensi per loro. Raccogli in base a cosa semini. La mia paura era che, essendo l’unico rappresentante del web, un po’ per gelosia o per altro avrebbero potuto avere un qualche tipo di risentimento nei miei confronti. Invece sono stato orgoglioso del fatto che mi abbiano preso come una sorta di portabandiera".

Non hai intenzione, nel tuo futuro, di stabilizzarti in tv, abbandonando il web?

"No. Siamo ormai nel 2021 e penso che sarebbe innaturale. Tv e web possono coesistere. Io credo che le due strade possano essere percorso insieme".

Hai già qualche progetto di cui vuoi/puoi parlarci?

"Progetti concreti no, però ci sono dei sogni e degli obiettivi. Mi piacerebbe, entro un anno/anno e mezzo, avere una mia tournée teatrale, con cui andare in giro e portare i ragazzi a teatro. Per me sarebbe una cosa bellissima. Mi affascina poi il mondo della conduzione, anche se devo arricchire il mio lessico".

Se potessi scegliere un programma, cosa ti piacerebbe condurre?

"Non si tratta per forza di condurre Sanremo o altri programmi di punta. Anche fare l’inviato all’Isola dei Famosi, ad esempio, potrebbe essere una cosa carina… Mi piacerebbe avere dei piccoli spazi che possano permettermi di fare la gavetta".