Domenica 17 settembre su Rai 1, subito dopo il Tg1 delle 13:30, si apre il sipario sulla quarantottesima edizione di Domenica In. Al timone la confermatissima Mara Venier pronta ad accogliere nel suo studio numerosi ospiti, esponenti di spicco del mondo della cultura, della musica e del cinema per interviste a cuore aperto e dal sapore familiare.

Tra gli ospiti già confermati della prima puntata di Domenica In c'è il regista e sceneggiatore Matteo Garrone, fresco di Leone d'Argento per la Miglior Regia all'ottantesima Mostra Internazionale d'Arte Cinematografica di Venezia per il film Io, Capitano, che racconta da un punto di vista inedito il dramma dei migranti.

A Domenica In la musica di ieri e di oggi

Spazio poi alla musica con una delle band che hanno fatto la storia della canzone italiana, i Pooh, e con il frontman dei The Kolors Stash Fiordispino, che ripercorrerà con Mara Venier un'estate da incorniciare grazie al successo del tormentone Italodisco. Previsto anche l'intervento di Matteo Bocelli che eseguirà dal vivo il suo nuovo singolo Chasing stars apripista del suo album di debutto in uscita il 22 settembre.

Il mondo del cinema sarà invece rappresentato da Carlo Verdone che torna a Domenica In, salotto televisivo del quale è stato ospite diverse volte nel corso delle scorse stagioni, per presentare la seconda stagione della sua serie tv Vita da Carlo, disponibile su Paramount Plus da venerdì 15 settembre (nel cast figurano anche Ludovica Martino e Sangiovanni)

Domenica In, Mara Venier incontra Daniela Di Maggio

Il momento più intenso della prima puntata di Domenica In, sempre trasmesso in diretta dagli studi Rai Fabrizio Frizzi di Roma, sarà sicuramente quello in cui Mara Venier incontrerà Daniela Di Maggio, madre del giovane musicista, parte dell'ensemble della Scarlatti Young, Giovambattista Cutolo, ucciso a Napoli lo scorso 31 agosto al culmine di una lite esplosa per futili motivi.

L'intervista sarà occasione per Daniela Di Maggio di ribadire una richiesta che ha già fatto anche arrivare alla nostra Presidente del Consiglio Giorgia Meloni: che la morte di Giovambattista (per mano di un ragazzino di 17 anni) non passi invano, che sia anzi la scintilla necessaria verso una profonda revisione della giustizia minorile su due direttrici, abbassamento dell'età imputabile e, soprattutto, certezza della pena nei confronti di chi si macchia di crimini efferati: "Chi ha ucciso mio figlio", ha scandito Di Maggio all'indomani della tragedia, "deve essere processato come un adulto, senza alcuno sconto di pena.

Come non ci sono sconti per il mio ergastolo, cominciato il 31 agosto". Un grande e innaturale dolore quello emerso anche dalle parole del padre di Giovambattista, Franco: "Andrò in provincia, a Massa Lubrense, non posso restare in una città così crudele. Mi hanno sconfitto".