Mentre il governo italiano presieduto da Enrico Letta sta cercando un modo plausibile ed efficiente per trovare le coperture per non far pagare l'Imu 2013 ed evitare il rincaro dell'Iva al 22%, c'è un'altra tassa che continua ad aumentare. Si tratta della tassa di soggiorno, introdotta dalla legge sul Federalismo Fiscale, che va a colpire tutti coloro che alloggiano in vacanza.
L'onere della tassa di soggiorno oscilla da un minimo di 0,50 euro a notte fino ad un massimo di 5 euro a notte. Non finisce qui visto che, oggi, la tassa di soggiorno non è esente da rincari. Ma dove la si paga? E quali sono gli importi città per città? Una cosa è sicura: l'onere fiscale è applicato in misura ed in modalità decisamente differenti tra città e città e deve essere riscossa immediatamente dai titolari di tutte le principali strutture ricettive.
L'intenzione delle principali città d'arte e delle principali località turistiche italiane è, ovviamente, quella di aumentare la tassa di soggiorno. A Milano il rincaro è di un euro per ogni categoria, mentre a Napoli si potrà anche arrivare ai 5 euro di onere a notte. A Roma, invece, l'idea è quella di estendere il pagamento di questa tassa ad un nuovo insieme di strutture ricettive.
Chi introita i soldi della tassa di soggiorno? Molto semplice: va a colpire gli utenti delle strutture ricettive, ma finisce nelle casse dei Comuni in cui queste strutture sono site. In sostanza, quindi, è un modo con cui i Comuni possono cercare di dar respiro al proprio bilancio senza tassare e senza penalizzare i propri cittadini.
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