Camminando oggi fra le calli veneziane si rimane affascinati dai colori delle facciate delle case, dalla pavimentazione in porfido. In questo scorcio cittadino, degno delle migliori città d'arte, ci si aspetta di udire il canticchiare dei gondolieri, il passaggio dei traghetti sul Canal Grande, il grugare dei colombi, il vociferare dei negozianti in dialetto veneziano. Non è così.

La colonna sonora della città è oggi rappresentata dal continuo rumore dei bagagli che sbattono contro i gradini dei ponti. Il diletto veneziano è stato rimpiazzato da un mix di lingue straniere: dall'inglese al francese, dal cinese al russo.

È questo il contesto della Venezia di oggi: 20 milioni di turisti che ogni anno si riversano nella città lagunare, cambiandone inesorabilmente l'identità.

Si tratta di un "Turismo di bassa qualità", così lo definisce Dario Franceschini, Ministro dei beni e delle attività culturali e del turismo. "La bellezza delle città italiane non sta solo nella architettura ma anche e sopratutto nelle attività delle città stesse, nei suoi negozi, nelle sue botteghe artigiane. È necessario salvaguardare l'identità di ogni città" ha aggiunto il ministro Franceschini.

Il passaggio delle grandi navi

Una nota dolente è rappresentata dalle navi da crociera. Gli stessi veneziani, ridotti oggi a 50.000 persone contro le 175.000 del 1951, hanno organizzato delle associazioni per sensibilizzare l'opinione pubblica riguardo il passaggio di queste grandi navi.

Lo stesso ministro Franceschini ha definito l'attraversamento di questi giganti del mare di fronte piazza San Marco, "uno spettacolo inaccettabile".

È vero anche che il traffico delle navi genera un indotto commerciale importante: la tassazione applicata alle stesse navi, i posti di lavoro creati nel settore turistico, la maggiore affluenza al trasporto pubblico e privato.

L'espansione di Hotel e B&B

Un turismo disorganizzato e indisciplinato, come ormai la cronaca ci riporta giornalmente. I primi a lamentarsi sono proprio i residenti veneziani, soprattutto coloro che gestiscono una attività commerciale. "È sempre piu' difficile vivere a Venezia" afferma Tommaso Mingati che nella città lagunare risiedeva, ma che come tanti altri ha dovuto spostarsi forzatamente alla volta di Mestre.

Ormai le 2.500 attività ricettive, tra Bed & Breakfast e Hotel, sono in costante ed implacabile espansione, a discapito delle piccole attività locali e delle stesse abitazioni residenziali. Sono gli stessi veneziani i primi ad auspicare una maggiore presenza dello Stato ed un suo intervento, mirato ad alleggerire l'impatto che questa quotidiana ondata turistica ha su Venezia e sul suo fascino romantico.