Una norma europea del 2006 che tratta le quote, il prezzo minimo garantito agli agricoltori e soprattutto detta le regole sul commercio della canna da zucchero, verso la fine dell'anno sarà modificata e la conseguenza probabile sarà la mancanza di domanda verso alcuni paesi esteri. Soprattutto per la Giamaica le conseguenze sarebbero devastanti, dato che si troverebbe a mancare la domanda del prodotto più coltivato in assoluto. Si consideri poi che il lavoro di agricoltore nelle piantagioni è il mestiere più comune e tradizionale in quest'area, sono ormai secoli, dai tempi della schiavitù e del colonialismo che in queste zone la coltivazione della canna da zucchero è pratica comune.

La produzione non potrebbe essere esportata nemmeno verso ulteriori paesi al di fuori dell'Europa, dato che i prezzi non sono concorrenziali con il resto del mondo.

George Callaghan, amministratore dell'Autorità giamaicana per l'industria dello zucchero, paragona il cambiamento della politica europea ad una catastrofe naturale quale il terremoto. La sua previsione è di una diminuzione del 40% in 12 mesi sul prezzo d'acquisto della canna da zucchero. Inoltre Callaghan illustra come sull'isola non vi sono alternative che la coltivazione della canna da zucchero viste le condizioni climatiche.

Il paese dipende totalmente dalla produzione del bene e una riconversione dell'economia non è possibile data la mancanza delle risorse e il radicamento che tale coltura ha tra le comunità locali.

165,000 lavoratori sono a rischio, ma è buona parte della popolazione che si troverebbe sulla soglia della povertà.

In alcuni casi sono già state intraprese strade diverse per l'utilizzo della canna da zucchero, sia di tipo tradizionale, come la distillazione del rum, sia innovative come la produzione di bioetanolo. Realtà che pur rappresentando buone alternative, non possono supportare da sole il mantenimento totale della produzione. Notizie positive provengono dallo sviluppo che sta avendo il commercio equo e solidale, il quale ha già risolto il problema ad alcune piccole aziende agricole.