La motonave Sorrento delle Grimaldi Lines, partita da Palma de Maiorca e diretta a Valencia, ha preso fuoco 2 giorni fa poco dopo la partenza per un incendio ai motori che si è subito esteso a tutta l'imbarcazione. Il pronto intervento del comandante e dei 45 membri dell'equipaggio, di cui 3 intossicati, ha permesso l'evacuazione della nave in tempo per evitare danni ben più gravi alle persone.
La nave Sorrento come la Norman Atlantic? Stesso cantiere, stesso guasto
Impossibile non richiamare alla mente il tragico incendio che causò 11 morti e 18 dispersi nel dicembre 2014 nella tratta Patrasso-Ancona.
In quell'occasione un'altra nave uscita dai cantieri navali Visentini di Porto Viro in provincia di Rovigo prese fuoco. Si tratta della Norman Atlantic, di proprietà della compagnia Visemar.
Il pericolo adesso è per le 750 tonnellate di combustile che rischiano di finire in mare
La motonave Sorrento, adesso alla deriva al largo delle Baleari, continua a bruciare con il suo carico di 750 tonnellate di combustibile. Inoltre al suo interno sono stipati tir e veicoli carichi di carburante. In queste ore è in azione una task force che vede a capo il ministro delle infrastrutture Ana Pastor che studia il modo di recuperare il carico prima che finisca in acqua causando l'ennesimo danno all'Ambiente.
Attualmente il salvataggio marittimo spagnolo è impegnato nel tentativo di spegnere le fiamme.
Quali danni si rischiano se la motonave Sorrento dovesse perdere il carico di combustibile?
Purtroppo sempre più spesso navi apparentemente sicure disperdono in mare il loro combustibile. Il WWF continua a lanciare appelli e campagne contro le trivellazioni, soprattutto in Italia, ma questi appelli rimangono spesso senza ascolto.
I danni causati da questi incidenti hanno conseguenze devastanti per l'ambiente. Si stima infatti che la fonte principale dell'inquinamento marino dipenda proprio dallo scarico in acqua di idrocarburi. Nel momento in cui il greggio si mischia con l'acqua si crea una macchia che inizia rapidamente a diffondersi. I primi ad essere colpiti sono gli uccelli, le cui ali vengono imbrattate.
Poi è l'ecosistema marino ad essere minacciato ed infine i fondali vengono compromessi.
Una speranza tutta italiana contro l'inquinamento da petrolio in mare
Arriva dai ricercatori dell'istituto italiano di tecnologia una notizia che fa ben sperare in casi come questo. Dal 2013 gli scienziati stanno testando la cosiddetta spugna nanotech, una spugna in grado di assorbire gli oli dall'acqua inquinata. Si spera comunque che né ora né in futuro simili disgrazie possano più accadere.